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Nei tuoi panni

Giulia Fantoni, Angelo dei Rifugiati e autrice della toccante poesia Migranti per Mare, ci racconta cosa significa per lei essere a fianco dei rifugiati insieme all’UNHCR.

Che cosa ti ha spinto a fare una donazione per i rifugiati?
Quando alla televisione vedevo trasmesse immagini di tragedie immani in quei luoghi di disperazione c’era l’UNHCR. Vedevo le tende e il lavoro che svolgono gli operatori sul campo. Così ho deciso di farne parte e di contribuire ad assistere e proteggere i rifugiati con una donazione regolare.

Come descriveresti l’UNHCR ad un amico?
L’UNHCR è un’organizzazione attiva composta per la gran parte da persone che operano concretamente sul campo. È al fianco dei rifugiati sia materialmente distribuendo acqua, cibo, tende, coperte e cure mediche sia “immaterialmente” attraverso l’assistenza psicologica per chi ha subito traumi. La dimostrazione di tutto ciò l’ho avuta dopo aver conosciuto un rifugiato. Con sé non aveva nulla. Non aveva un passaporto, non aveva nessun tipo di documento per dimostrare chi era. L’unica cosa che mi mostrò fu un tesserino con il quale l’UNHCR gli aveva ridato un’identità. Io mi fido dell’UNHCR.

Come ti fa sentire fare una donazione?
Mi rendo conto di fare qualcosa di concreto per gli altri. Donare mi fa sentire vicino a chi soffre e di non chiudere un occhio di fronte ai problemi del mondo.

Se fossi costretta a lasciare tutto per salvarti la vita cosa porteresti con te?
Non porterei nulla di materiale, solo le persone più care e so che l’UNHCR sarebbe al mio fianco.

 

Ti piacerebbe condividere la tua esperienza con l’UNHCR e raccontarci cosa ti ha ispirato a sostenere i rifugiati? Contatta Manuela Ciotoli all’indirizzo email ciotoli@unhcr.org.

Migranti per mare

Hanno bevuto il mare
i nostri fratelli migranti

sorsi piccoli e poi grandi, sempre più grandi più grandi più grandi
ma il mare era troppo grande per poterlo finire a sorsi
e dopo gli spasimi e i tormenti, il respiro si placò

Tra le onde nel buio
soli nell’immensità
tra speranza e paura,
furono lamenti sussurri preghiere rimpianti bestemmie ricordi grida dolore
e nessuno che viene a salvarti

Infine, quando rimase solo terrore,
fratello mare pietoso se li abbracciò uno a uno
e se li è portati nella pace e nel silenzio

Ora i sacchi neri di morte tengono corpi lividi senza nome
e invano da dove sono venuti altri affetti sperano ancora,
là dove tormenti guerra fame fanno buchi nella carne e voragini nel cuore

Come ci manchi
sorella Giustizia…

Giulia Fantoni

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