Vincitori regionali del Premio Nansen 2021

Nel 2021 ci sono state 200 candidature e cinque vincitori a livello regionale:

  • Jorge Santiago Ávila Corrales, 33 anni, assistente sociale honduregno e direttore di Jóvenes Contra la Violencia. Riceve il Premio per le Americhe in riconoscimento del coraggio e della dedizione dimostrata nel combattere la violenza tra bande, che distrugge la vita di molti giovani honduregni.
  • La dottoressa Saleema Rehman, 29 anni, residente e operante in Pakistan. Riceve il Premio per l’Asia in riconoscimento del coraggio e della dedizione dimostrata nella professione medica durante la pandemia di COVID-19 e per aver portato avanti un’azione decisiva nella promozione dell’istruzione femminile.
  • Nikola Kovačević, 32 anni, avvocato indipendente specializzato in diritti umani e proveniente dalla Serbia. Riceve il Premio per l’Europa in riconoscimento del proprio impegno nella difesa dei diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo nella regione dei Balcani.
  • Per l’Africa i vincitori sono due: Roukiatou Maiga e Diambendi Madiega entrambi provenienti dal Burkina Faso, ed entrambi impegnati nella difesa dei diritti degli sfollati interni a causa del conflitto e nella distribuzione di aiuto e ripari.

Vincitore globale del Premio Nansen 2021

È un’organizzazione umanitaria yemenita – la Jeel Albena Association for Humanitarian Development – a vincere il Premio Nansen per i Rifugiati dell’UNHCR per il 2021: ne è stata insignita per aver fornito aiuti salvavita a decine di migliaia di persone costrette alla fuga a causa del conflitto nel Paese.

Istituita nel 2017, l’Associazione si è distinta per il suo incessante sostegno ai migranti yemeniti, proseguito anche quando lo spostamento dei fronti l’ha esposta a scontri a fuoco ed esplosioni. Il suo stesso fondatore, Ameen Jubran, 37 anni, è stato costretto a fuggire a causa dei combattimenti, rischiando di perdere la vita.

“Le zone in cui lavoriamo sono considerate tra le più povere e le più pericolose”, ha affermato Jubran. “Ogni giorno ci sentivamo in pericolo ma, nonostante ciò, abbiamo continuato ad assistere sfollati e altre persone che avevano bisogno del nostro aiuto. Non potevamo di certo abbandonarli a loro stessi”.

L’associazione Jeel Albena conta oltre 160 dipendenti e 230 volontari, molti dei quali hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni. Ha sede nella città portuale di Hudaydah, sul Mar Rosso, e grazie al suo lavoro ha fornito un’occupazione e circa 18.000 rifugi di emergenza agli sfollati interni che vivono in accampamenti di fortuna nelle province di Hudaydah e Hajjah.

Fornisce inoltre sostegno alle donne sfollate nel loro percorso verso l’indipendenza economica e nella ristrutturazione di edifici scolastici, a vantaggio sia della comunità locale che delle popolazioni in fuga.

La storia del Premio Nansen

Il Premio Nansen per i Rifugiati prende il nome da Fridtjof Nansen, esploratore polare e umanitario norvegese che negli anni venti ha ricoperto il ruolo di primo Alto Commissario per i Rifugiati per la Società delle Nazioni. Nel 1922 Nansen ha vinto il premio Nobel per la pace in riconoscimento del suo coraggioso e infaticabile lavoro in favore dei rifugiati della Prima Guerra Mondiale. Il Premio Nansen per i Rifugiati, attraverso i suoi vincitori, si propone di ricordare i valori di perseveranza e tenacia di fronte alle avversità che lo hanno guidato durante il suo mandato.

Il Premio Nansen per i Rifugiati vanta una lunga lista di vincitori, tra cui Eleanor Roosevelt, Graça Machel, Medici senza Frontiere e altri eroi meno noti che hanno lavorato in contesti pericolosi per salvare vite e sostenere la causa delle persone costrette a fuggire. Anche se provenienti da ambienti diversi, tutti i vincitori condividono una caratteristica: l’eccezionale impegno e la disinteressata dedizione alla causa dei rifugiati. Approfondisci le loro storie, qui.