UNHCR e partner al lavoro in Bangladesh per contenere l’epidemia di dissenteria

Pubblicato il 03 ottobre 2017 alle 16:47

Ora che i rifugiati rohingya presenti in Bangladesh hanno superato il mezzo milione, l’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, il dipartimento di salute pubblica del Bangladesh e gli altri partner stanno lavorando su più fronti per curare i pazienti e contenere il propagarsi dell’infezione.

Un centro di cura per questi casi con 20 letti ha aperto ieri (lunedì) nel campo rifugiati di Kutupalong nel sud-est del Paese, dove i rifugiati che vivono lì sin dal 1992 hanno accolto migliaia di nuovi arrivati. Per dirigere il centro, l’UNHCR ha riunito insieme ONG locali e internazionali sotto il coordinamento dell’Unità Governativa di Salute dei Rifugiati.

Entro la fine della settimana, il numero totale dei letti arriverà a 80, distribuiti nei vari centri per la cura della dissenteria dislocati nelle tre località, e il piano è quello di aprire altri due centri la prossima settimana. Ad oggi lo staff dell’UNHCR sta lavorando, con i rifugiati volontari, nell’individuazione fuori dal campo di Kutupalong e negli insediamenti nelle vicinanze, delle persone che potrebbero essere malate ma non stanno ricevendo le cure necessarie.

L’UNHCR questa settimana ha programmato su tutta la grande estensione del campo di “Kutupalong Extension” (2.000 acri o 809 ettari) l’apertura di centri di consulenza medica con annessi degli spazi per la reidratazione via orale. Qui i circa 507.000 rifugiati arrivati dal 25 agosto ad oggi si stanno radunando per ricevere assistenza. Quest’azione serve per portare assistenza medica nelle immediate vicinanze di coloro che ne hanno più bisogno. In questi piccoli centri, i rifugiati che soffrono di leggera disidratazione possono essere curati subito, e coloro che necessitano cure più approfondite possono essere trasferiti nei centri più grandi per la cura della dissenteria.

L’UNHCR sostiene inoltre lo sforzo del Ministero della Salute nel somministrare le vaccinazioni anti-colera ai rifugiati. In Bangladesh il colera è una malattia endemica e può facilmente diffondersi qualora centinaia di migliaia di persone vivano a stretto contatto in assenza di servizi igienico-sanitari adeguati.

Ad ora non ci sono dati affidabili sui casi di dissenteria acuta tra i rifugiati appena arrivati, e si sta agendo per prevenire l’insorgenza di malattie gravi che potrebbero portare alla morte. È stato riscontrato un forte aumento dei casi di dissenteria, tra questi anche casi ai quali si aggiunge una grave disidratazione. Fino ad ora, i rifugiati in queste condizioni sono stati curati in cliniche gestite dall’UNHCR e da altre agenzie, e in altre strutture sanitarie pubbliche.

Le misure per prevenire il diffondersi delle malattie e abbassare i tassi di insorgenza e morte includono l’installazione di 32 canali e 250 latrine, cosa che è stata possibile grazie anche all’aiuto dei partner dell’UNHCR. È di vitale importanza fornire acqua pulita affinché le persone non bevano o si lavino in pozze o ruscelli contaminati.

Al fine di velocizzare la consegna di aiuti ai rifugiati, l’UNHCR, in collaborazione con la Commissione del Bangladesh per il Rimpatrio e l’aiuto ai Rifugiati (Bangladesh’s Refugee Relief and Repatriation Commission – RRRC), ha avviato interventi di raccolta dati sui nuclei famigliari per raccogliere informazioni sui rifugiati neo-arrivati e i loro bisogni. Sono state appena assunte circa 100 persone per svolgere queste operazioni a livello capillare, che avranno inizio mercoledì e censiranno circa 1.000 famiglie al giorno, per un totale di circa 5.000 individui.

Ogni famiglia riceverà una tessera che riporta il logo della RRRC. Quest’intervento permetterà al governo, all’UNHCR e alle altre agenzie di fornire aiuti mirati alle persone che ne hanno bisogno. Fornirà inoltre le prime indicazioni sui rifugiati con particolari necessità di protezione, come ad esempio donne incinta, madri in fase di allattamento, persone disabili o rifugiati anziani soli.