Libia: l’UNHCR sostiene i sopravvissuti in seguito all’uccisione di 12 persone per mano dei trafficanti

Pubblicato il 01 giugno 2018 alle 16:09

Trafficanti di esseri umani in Libia hanno ucciso più di una dozzina di persone e ne hanno ferite molte altre. Secondo quanto riferito, l’incidente è avvenuto mercoledì 23 maggio a Bani Walid, circa 180 chilometri a sud-est della capitale Tripoli, a seguito del tentativo di fuga  di un gruppo di circa 200 prigionieri eritrei, etiopi e somali.

Secondo i sopravvissuti, le persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco mentre cercavano di fuggire e durante il tentativo di ricatturarle. I sopravvissuti hanno riferito di essere stati sottoposti ad abusi, sfruttamento e torture da parte dei trafficanti; alcuni sono stati tenuti prigionieri per tre anni.

Le autorità libiche locali hanno trasferito 140 persone sfuggite ai trafficanti in un centro di detenzione ufficiale a Gaser Ben Gashir, 28 chilometri a sud di Tripoli.

A Gaser Ben Gashir, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha distribuito beni di prima necessità, ha fornito supporto psicosociale ed effettuato uno screening di protezione per identificare e registrare coloro che necessitano di protezione internazionale. In seguito a ciò, l’UNHCR ha identificato un numero elevato di minori non accompagnati presenti nel gruppo. L’UNHCR è attualmente impegnato a individuare i casi più vulnerabili al fine di trovare soluzioni appropriate per loro. L’UNHCR ritiene che molti rifugiati e migranti possano ancora essere nascosti o tenuti prigionieri nei pressi di Bani Walid.

Quest’ultimo incidente mortale dimostra, ancora una volta, la sfida enorme che comporta fornire protezione ai rifugiati in Libia, dove molte persone in fuga da guerre e persecuzioni diventano vittime di reti criminali che le sfruttano e abusano di loro o spesso perdono la vita in mare nel tentativo di trovare salvezza in Europa.

L’UNHCR chiede l’adozione di percorsi legali per consentire ai rifugiati di arrivare in sicurezza in un luogo dove chiedere asilo. L’UNHCR continua a chiedere ai paesi di reinsediamento e alla comunità internazionale di fare passi concreti, mettere a disposizione più posti per il reinsediamento e individuare modi per proteggere i rifugiati vulnerabili in Libia e altrove che hanno bisogno di protezione internazionale.

 

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