I vincitori del Premio Nansen delle precedenti edizioni

Il Premio Nansen per i rifugiati è stato istituito nel 1954 e così chiamato in onore di Fridtjof Nansen.

La prima persona a vincere il Premio Nansen fu Eleanor Roosevelt, moglie del Presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt e prima Presidente della Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

Negli anni, più di 60 individui, gruppi o organizzazioni sono stati insigniti del riconoscimento per lo straordinario servizio e l’eccezionale lavoro svolto a favore dei rifugiati.

L’eredità di Nansen continua

A partire dal 1979, i vincitori del Nansen hanno cominciato a ricevere un premio in denaro di 50.000 dollari statunitensi che è in seguito stato portato a 100.000 dollari statunitensi, donati dai governi di Norvegia e Svizzera.

Il premio monetario donato ai vincitori del Nansen ha lo scopo di permettere a chi lo riceve di realizzare un progetto finalizzato all’assistenza dei rifugiati, sviluppato in stretta collaborazione con l’UNHCR.

Il Premio Nansen 2018 è stato vinto dal dottor Evan Atar Adaha per i suoi meriti eccezionali nel fornire instancabilmente assistenza medica ai più bisognosi in una regione tesa e instabile del Sud Sudan.

Il suo è l’unico ospedale nello Stato dell’Alto Nilo, e si occupa di oltre 200.000 persone, di cui circa 144.000 rifugiati dallo stato del Nilo Azzurro in Sudan.

Il suo team esegue in media 58 operazioni settimanali in condizioni difficili, con forniture e attrezzature limitate: non ci sono anestetici, la sala operatoria non è illuminata in modo adeguato, i pazienti sono spesso costretti a dormire all’aperto e il generatore di corrente salta regolarmente.

Il Sud Sudan, la nazione più giovane del mondo, ha ottenuto l’indipendenza dal Sudan nel 2011 dopo un referendum pacifico. Ma la guerra civile, giunta al suo quinto anno, ha creato in Sud Sudan la peggior crisi di rifugiati in Africa in termini numerici e la terza crisi peggiore a livello mondiale.

“Il lavoro del Dr. Atar attraverso decenni di guerra civile e conflitti è un esempio luminoso di profonda umanità e altruismo”, ha detto Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

“Durante i suoi instancabili sforzi, ha salvato migliaia di vite e dato ad innumerevoli uomini, donne e bambini una nuova possibilità di ricostruire il loro futuro”.

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