UNHCR: porre fine alle allarmanti condizioni che affliggono le isole Egee

Pubblicato il 07 febbraio 2020 alle 15:42

L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, esorta la Grecia a intensificare gli sforzi per porre fine alle allarmanti condizioni di sovraffollamento e di precarietà in cui vivono i richiedenti asilo e i migranti presenti sulle cinque isole egee di Lesbo, Chio, Samo, Cos, e Lero.

L’UNHCR si appella da tempo al Governo greco affinché adotti misure emergenziali per accelerare i piani volti a trasferire un numero maggiore di richiedenti asilo in alloggi adeguati sulla terraferma. Attualmente, sono oltre 36.000 i richiedenti asilo presenti nei centri di accoglienza dislocati sulle cinque isole, i quali, in origine, erano destinati a ospitare fino a 5.400 persone.

La Grecia si è dimostrata generosa e compassionevole nei confronti dei rifugiati, nonostante la situazione estremamente complessa, e le isole Egee orientali si sono assunte oneri e responsabilità enormemente sproporzionati. È di fondamentale importanza che altre regioni greche assicurino maggiore solidarietà per contribuire ad allentare la pressione facendosi carico dei richiedenti asilo da trasferire e mettendo a disposizione ulteriori posti in accoglienza. È necessario, inoltre, che l’Europa assicuri risorse, competenze e solidarietà per sostenere la risposta della Grecia.

Sull’isola di Samo, 6.782 persone sono accolte in un centro concepito per 660, e altre ancora trovano riparo in alloggi di fortuna eretti nei prati circostanti lungo ripidi pendii. Il campo di Moria, a Lesbo, accoglie 18.342 persone all’interno di una struttura da 2.200 posti e altre ancora sono accampate tra gli uliveti ad essa adiacenti.

Anche i centri di accoglienza di Chio, Cos, e Lero sono sovraffollati. La maggioranza di richiedenti asilo e migranti è composta da famiglie. Un terzo della popolazione è composta da minori, la maggior parte dei quali di età inferiore ai dodici anni.

Migliaia di donne, uomini e bambini, che attualmente vivono in piccole tende, sono esposte a freddo e piogge, con accesso ridotto, o nullo, a riscaldamento, elettricità e acqua calda. Le condizioni igieniche e i servizi igienico-sanitari non sono sicuri. Si registra un aumento di problemi di salute. Nonostante la dedizione dei medici e dei volontari, molte persone non vengono visitate, dal momento che il personale sanitario disponibile presso centri di accoglienza e ospedali è semplicemente insufficiente.

All’inizio di questa settimana, a Lesbo si sono registrate forti tensioni allorché la polizia ha dovuto contrastare le proteste dei richiedenti asilo. Le condizioni abitative disperate e le lunghe attese per completare le procedure di asilo hanno portato i richiedenti asilo a vivere nella paura e nell’ansia. Nelle ultime settimane anche le comunità locali hanno protestato e richiesto l’adozione immediata di misure volte ad allentare la pressione sulle isole.

È necessario riconquistare la fiducia delle comunità locali tramite l’adozione di misure governative risolute e coordinate che siano sostenute con vigore dall’Unione Europea.

L’implementazione di soluzioni a lungo termine e il miglioramento delle condizioni sulle isole sono necessari, ma saranno possibili solo una volta che sarà posta fine al sovraffollamento che affligge i centri. L’UNHCR è pronta ad assicurare assistenza coi trasferimenti sulla terraferma impegnandosi, inoltre, nella ricerca di soluzioni rapide volte a incrementare le capacità di accoglienza. L’UNHCR esorta gli Stati europei a mettere a disposizione posti per il ricollocamento di minori non accompagnati e altre persone vulnerabili e ad accelerare il trasferimento dei minori che soddisfano i requisiti per ricongiungersi ai propri familiari.

Quasi 2.000 minori presenti in Grecia, non accompagnati da genitori o parenti, sono esposti a rischi all’interno dei centri di accoglienza delle isole. I minori non accompagnati presenti attualmente in Grecia sono 5.300 e solo meno di un quarto di questi vivono in alloggi adeguati alle esigenze della loro età.

Il sistema di asilo della Grecia è vicino al collasso per l’accumulo di quasi 90.000 casi. Gli sforzi del Governo per snellire e accelerare le procedure di asilo devono, al contempo, conformarsi alle norme e alle tutele previste in materia. La maggior parte dei profili dei richiedenti asilo presenti in Grecia soddisfa i requisiti per il riconoscimento dello status di rifugiato e vi sono probabilità che necessiti di protezione internazionale.

L’UNHCR accoglie con favore l’istituzione di un ministero dedicato, il Ministero per le migrazioni e l’asilo, volto a rafforzare le capacità del Governo in materia. L’annuncio del rafforzamento delle capacità del Servizio greco per l’asilo e il raddoppio del personale dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (European Asylum Support Office/EASO) dovrebbero contribuire alla presa in carico del numero considerevole di casi di asilo arretrati. È imperativo che, a partire da questo momento, tutte le istituzioni governative agiscano in modo coordinato per risolvere tali questioni. È auspicabile che le organizzazioni non governative, le quali continuano a svolgere un ruolo vitale in Grecia, siano incluse nella strategia di risposta.

Il numero di arrivi in Grecia costituisce una piccola frazione di quello registrato nel 2015 e nel 2016, allorché un milione di persone approdò sulle coste del Paese. Tuttavia, insieme all’arrivo via mare di circa 59.000 persone nel 2019, e a procedure di asilo interminabili, tutto questo ha portato a un netto peggioramento delle condizioni. È di fondamentale importanza che gli Stati membri dell’Unione Europea assicurino solidarietà e contribuiscano ad allentare la pressione trasferendo i richiedenti asilo.

L’UNHCR è pronta a sostenere la Grecia e a trovare soluzioni a questa situazione complessa.

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