SGBV-Violenza sessuale e di genere

Prevenzione e risposta alla violenza sessuale e di genere (SGBV-Sexual and Gender-Based Violence) – La strategia UNHCR

Nel contesto degli ingressi lungo la rotta del Mediterraneo centrale, la presenza di uomini, donne, bambini e bambine sopravvissuti a traumi legati ad eventi nei Paesi di origine e di transito ha rappresentato una costante. Le donne e i minori hanno rappresentano una rilevante percentuale, nel 2016 oltre il 40%. La Libia continua a essere il principale Paese di partenza di quanti giungono in Italia via mare. L’UNHCR rileva che un numero elevato di persone ha vissuto eventi estremamente traumatici durante il viaggio verso l’Europa, fra cui violenza sessuale e di genere (SGBV – Sexual and Gender Based Violence). La frequenza di casi di violenza sessuale e di genere riportati dalle persone arrivate in Italia, via mare e via terra, è molto allarmante. La maggior parte delle donne e delle minori che arrivano via mare sono sopravvissute a violenza sessuale e di genere, fra cui violenze sessuali e stupri, anche durante il viaggio. Tali episodi si verificano principalmente in Libia, ma le molestie sessuali avvengono anche durante la traversata in mare. Desta inoltre particolare preoccupazione l’incremento del numero di minori vittime di tratta. Una valutazione sulla protezione dei minori condotta dall’UNHCR a settembre 2016 ha rilevato che bambini non accompagnati, maschi e femmine, offrono prestazioni sessuali per sopravvivere (survival sex). Si registra un numero sempre crescente di uomini e ragazzi sopravvissuti a violenza sessuale e di genere, sebbene la maggior parte dei casi non venga riportato.

L’Italia, storicamente, rappresenta sia un Paese di destinazione e di transito verso altri Paesi europei, sia un consolidato Paese d’asilo dove le persone che rientrano nel mandato UNHCR – rifugiati, titolari di forme complementari di protezione internazionale, apolidi e beneficiari dei programmi di reinsediamento – risiedono stabilmente e costruiscono le basi per un futuro più sicuro, lontano da violenze e persecuzioni.

Alla fine del 2016, l’UNHCR ha stimato che vi fossero 147.000 fra rifugiati riconosciuti e beneficiari di protezione sussidiaria che risiedono stabilmente in Italia, e approssimativamente fra i 3.000 e i 15.000   apolidi o a rischio di apolidia. Le persone che rientrano nel mandato UNHCR presenti in Italia sono esposte a molteplici rischi di subire violenza sessuale e di genere. Tanto la prevenzione della violenza sessuale e di genere quanto l’accesso effettivo ai servizi di tutela rappresentano una componente fondamentale di questa strategia.

L’UNHCR ha definito una strategia triennale (2017 -2019) per la promozione dell’accesso paritario ed efficace a meccanismi di prevenzione e risposta alla violenza sessuale e di genere e l’ampliamento delle prospettive di integrazione sicura per richiedenti asilo, rifugiati e altre persone che rientrano nel mandato UNHCR in condizione di rischio in Italia.

La strategia delinea l’approccio dell’UNHCR in materia di prevenzione e risposta alla violenza sessuale e di genere in Italia, definendone i principi guida e gli obiettivi strategici, in linea con la strategia globale SGBV dell’UNHCR (UNHCR’s Global SGBV Strategy).

Finalità complessiva della strategia è quella di ridurre i rischi e attenuare le conseguenze della violenza sessuale e di genere subita da donne, uomini, bambini e bambine, attraverso un meccanismo coordinato di risposta, basato su un approccio multisettoriale che metta al centro la persona sopravvissuta alle violenze, e su un accesso paritario e non discriminatorio ai servizi disponibili per i cittadini.

Obiettivi strategici: potenziare il coordinamento, la governance e i partenariati in materia di prevenzione e risposta alla violenza sessuale e di genere; potenziare i meccanismi di risposta alla violenza sessuale e di genere, fra cui individuazione efficace, risposta multisettoriale e l’invio qualificato ai servizi delle persone sopravvissute a violenza sessuale e di genere  in ogni fase, durante il soccorso, l’accoglienza, la procedura d’asilo, e i processi per la realizzazione di soluzioni durature; rafforzare le misure di prevenzione della violenza sessuale e di genere durante le operazioni di soccorso, agli sbarchi, nelle strutture d’accoglienza, e durante la procedura d’asilo e i processi per la realizzazione di soluzioni durature; rafforzare le misure di protezione e prevenzione a favore delle (potenziali) vittime di tratta di esseri umani; potenziare l’approccio integrato e trasversale (mainstreaming) alle misure di prevenzione e risposta alla violenza sessuale e di genere; massimizzare il coinvolgimento delle comunità e l’adozione di un approccio partecipativo che coinvolga le persone in modo attento a  età, genere e diversità.