La situazione nelle isole greche rimane difficile nonostante i trasferimenti più veloci

Pubblicato il 22 dicembre 2017 alle 3:59

L’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, esprime preoccupazione per la situazione di rifugiati e migranti sulle isole greche dell’Egeo, in particolare Lesbo, Chio e Samo. In questo contesto, l’UNHCR apprezza gli importanti sforzi per accelerare i trasferimenti verso la terraferma avvenuti nelle scorse settimane.

Dalla metà di ottobre, il governo greco, in collaborazione con l’UNHCR, ha trasferito circa 6.000 richiedenti asilo fuori dalle isole. Questo è uno degli impegni presi per alleviare le condizioni nei centri di accoglienza ormai sovraffollati e far sì che le persone più vulnerabili abbiano un posto sicuro dove stare nel periodo invernale.

Ciononostante, nelle strutture gestite dal governo nelle isole rimangono ancora circa 10.000 richiedenti asilo, il doppio delle capacità di accoglienza previste. La situazione nei centri di accoglienza di Moria a Lesbo e Vathy a Samo rimangono critiche.

Il tempismo è un fattore fondamentale, questa accelerazione delle partenze dei richiedenti asilo autorizzati deve essere pertanto mantenuta. L’UNHCR fa appello al governo affinché continui ad allentare la pressione a Lesbo, Chio e Samo abbreviando ulteriormente le procedure per coloro che sono idonei al trasferimento e migliorando tempestivamente le condizioni di coloro che rimarranno.

Nello specifico, le restrizioni vigenti che bloccano le persone sulle isole devono essere riconsiderate per permettere il trasferimento rapido dai Centri di Accoglienza e Identificazione (RIC – Reception and Identification Centres) alla terraferma dei richiedenti asilo vulnerabili, che potrebbero continuare le procedure di asilo dopo essere stati trasferiti in luoghi più idonei.

La tensione nei RIC sulle isole continua a montare sin da questa estate, con l’aumento del numero degli arrivi. Ciò è coinciso con l’assunzione da parte del governo della responsabilità nella gestione delle infrastrutture e dei servizi nei RIC, trovandosi ad affrontare problemi che sono tuttora irrisolti.

In alcuni casi le autorità locali si sono opposte all’introduzione di miglioramenti all’interno dei RIC. In alcune isole la riluttanza della popolazione locale ha ostacolato i tentativi di garantire a un numero limitato di persone vulnerabili alloggi temporanei ed eccezionali in appartamenti e hotel.

La speranza è che questi problemi possano essere risolti rapidamente, e che le persone che attualmente rimangono nei RIC possano avere accesso a sistemazioni più calde e sicure grazie a rifugi adeguati, elettricità e strutture idriche e sanitarie funzionanti.

Alla luce di queste difficili condizioni su diverse isole, da ottobre l’UNHCR ha consegnato alle autorità circa 240.000 beni di prima necessità al fine di migliorare la situazione nei centri di accoglienza; tra i beni consegnati ci sono kit per l’inverno, coperte e sacchi a pelo. L’UNHCR, inoltre, ha recentemente installato 18 unità abitative nel sito di Kara Tepe, gestito dal Comune di Lesbo, in aggiunta alle altre 242 già installate quest’anno.

Ad ora, nel solo mese di dicembre, oltre 1.700 persone hanno raggiunto le isole greche dell’Egeo, dato che si inserisce in una tendenza di arrivi numerosi – circa 19.800 dal luglio di quest’anno. Tra le persone arrivate c’è un gran numero famiglie e molte persone che hanno bisogno di supporto specifico. Più del 70 percento di tutte le persone giunte quest’anno sono di nazionalità siriana, irachena o afghana, e quattro su dieci sono bambini.

Nel frattempo, durante una storica conferenza tenutasi ad Atene la scorsa settimana, i sindaci delle città che hanno aderito al programma di accoglienza dell’UNHCR nella Grecia continentale hanno offerto il loro fermo sostegno alla continuazione dello schema fino a oltre il 2018. L’UNHCR raggiungerà l’obiettivo dei 22.000 posti nel programma di accoglienza nei centri urbani entro la fine dell’anno.