Repan è sempre alla ricerca di una nuova invenzione.

È fuggito dalla violenza in Sudan.

Repan Sadik, 30 anni: di fronte ad ogni difficoltà, Repan trova lispirazione per una nuova invenzione.

“Ho fabbricato una torcia elettrica quando avevo 13 anni perché volevo poter vedere al buio. Ho provato una sensazione fortissima. Mi è sembrato di avere il mondo in tasca. Nel campo rifugiati di Bonga ho fabbricato un ventilatore usando delle vecchie calamite e delle lattine di olio per rinfrescare la casa dove abitavo, che era caldissima. Dopo essermi assicurato che funzionasse, ne ho fabbricati altri quattro che ho distribuito a mia madre e ai miei amici. Sono diventato famoso nel campo e i miei amici hanno cominciato a chiamarmi ‘Lo scienziato rifugiato'”.

Nel 2007, l’UNHCR ha aiutato noi sudanesi rifugiati a ritornare a casa, nello Stato del Nilo Blu in Sudan. Sono diventato un rifugiato nel 1987, quando avevo un anno, Il ritorno in Sudan è stata la mia prima esperienza migratoria. Dopo quattro anni, nel settembre del 2011 è scoppiato un nuovo conflitto e siamo stati nuovamente costretti a fuggire. Questa volta, il governo etiope e l’UNHCR ci hanno assegnato al campo di Sherkole, ad appena 50 chilometri di distanza dal confine con il Sudan. Ho continuato con le mie invenzioni. Ho fabbricato un parafulmine e una memory card. La più importante delle mie invenzioni è sicuramente la mia casa a due piani a Sherkole, diventata ormai uno dei simboli del campo”.

Ethiopia. Repan constructs an amazing house in Sherkole camp

Repan Sadik, rifugiato sudanese, ha vissuto per 26 anni nei campi per rifugiati. Al momento vive nel campo di Sherkole, in Etiopia. La sua casa è simbolo della sua creatività e abilità. © UNHCR/Petterik Wiggers

Ethiopia, Repan constructs an amazing house in Sherkole, Ethiopia

Repan mostra il suo studio dove fabbrica utensili di uso comune con materiali di scarto. Tutte le sue invenzioni sono nate dal bisogno. All’età di 13 anni ha fabbricato una torcia per poter vedere al buio. © UNHCR/Petterik Wiggers

Ethiopia. Repan constructs an amazing house in Sherkole camp

Repan, soprannominato “Lo scienziato rifugiato”, controlla l’antenna fabbricata a mano nella sua casa a due piani nel campo per rifugiati di Sherkole, in Etiopia. Nella sua precedente abitazione aveva fabbricato un ventilatore per rinfrescare l’ambiente utilizzando delle vecchie calamite e delle lattine di olio. © UNHCR/Petterik Wiggers

Ethiopia, Repan constructs an amazing house in Sherkole, Ethiopia

Repan con sua moglie e tre dei suoi sei bambini di fronte alla loro casa a due piani. Nel 2011, per la seconda volta Repan è fuggito con loro dalla violenza. © UNHCR/Petterik Wiggers

Ethiopia. Repan constructs an amazing house in Sherkole camp

La creatività di Repan è notevole, vista la sua limitata istruzione. Sogna un futuro migliore e migliori opportunità per i suoi bambini. © UNHCR/Petterik Wiggers

Ethiopia, Repan constructs an amazing house in Sherkole, Ethiopia

La casa di Repan Sadik, un punto di riferimento nel campo, costruita da lui stesso per la sua famiglia. Al momento sta costruendo una casa fatta di bambù per suo padre. © UNHCR/Petterik Wiggers

Repan, sua moglie e i loro sei bambini vivono ora a Sherkole, il primo campo aperto a Benshangul-Mgumuz, in Etiopia occidentale, con oltre 11.000 altri rifugiati sudanesi. Per supportare economicamente la sua famiglia, Repan costruisce e vende letti, sedie e tavoli fatti di bambù. Inoltre, grazie alla sua creatività riesce a trovare piccole soluzioni che rendono più facile la vita nel campo. I suoi bambini hanno cominciato a interessarsi al suo lavoro e spera che per loro si aprano nuove opportunità e un futuro migliore.

Storia a cura di Kisut Gebre Egziabher

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Nel 1987, quando la sua famiglia è fuggita per la prima volta dallo Stato del Nilo Blu in Sudan, Repan aveva appena un anno. È cresciuto nel campo per rifugiati di Bonga, in Etiopia. Dopo l’accordo di pace tra le fazioni in lotta in Sudan nel 2005, la guerra che aveva dilaniato il paese per due decenni era ufficialmente conclusa. L’UNHCR, in collaborazione con i governi dell’Etiopia e del Sudan, ha assistito il rimpatrio di migliaia di rifugiati nello Stato del Nilo Blu in Sudan, tra cui Repan e la sua famiglia. Purtroppo, nel 2011 è scoppiato un nuovo conflitto a Chali El Fiel, nello Stato del Nilo Blu. Ancora una volta, Repan è stato costretto a fuggire con la sua famiglia verso i campi per rifugiati in Etiopia.