L’UNHCR aumenta la distribuzione degli aiuti in Yemen e accoglie con favore il cessate il fuoco di 72 ore

Pubblicato il 21 ottobre 2016 alle 5:49

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) rinnova il suo sforzo nella distribuzione di aiuti umanitari, fornendo beni di prima necessità a oltre 125.000 sfollati, anche nella città meridionale di Taizz stretta nella morsa dei combattimenti.

La distribuzione di aiuti è parte della risposta umanitaria avviata a seguito del conflitto scoppiato in Yemen nel marzo del 2015, ma l’accesso ad alcune aree è stato spesso difficile e l’UNHCR accoglie con favore il cessate il fuoco di questa settimana, che non è collegato con questo nuovo impulso agli aiuti. La possibilità di fornire assistenza a persone bisognose in zone colpite dal conflitto, difficili da raggiungere, è particolarmente importante. Ci auguriamo che il cessate il fuoco prosegua e che i colloqui di pace possano riprendere, facilitando ulteriormente la distribuzione di aiuti.

L’UNHCR prevede di raggiungere oltre 125.000 individui. Già questo mese e prima del cessate il fuoco è stata fornita assistenza a circa 12.309 persone (nei governatorati di Al Hudaydah, Amanat Al Asimah, Amran, Hajjah, Sa’ada e Sana’a). Altri 21 convogli sono in viaggio o in partenza per Taizz e verso altri cinque governatorati (Ibb, Amanat Al Asimah, Amran, Hajjah e Al Hudaydah). Queste aree ospitano il 65 per cento dei 2,21 milioni di sfollati a causa del conflitto in Yemen (un totale di 1,427 milioni di persone) .

Gli aiuti in beni non-alimentari forniti dall’UNHCR comprendono: teloni, materassini, coperte, set da cucina e secchi per i servizi igienico-sanitari. Kit per la riparazione delle abitazioni verranno inoltre distribuiti a circa 25.760 persone.

Si tratta di materiale che era stato in gran parte anticipatamente raccolto nei magazzini dell’UNHCR nei governatorati di Sana’a e Al Hudaydah o che è stato recentemente spedito al porto di Al Hudaydah per un totale di 1.475 tonnellate. I recenti aiuti sono stati distribuiti dopo settimane di preparazione rispetto ai movimenti dei convogli.

L’UNHCR sollecita da tempo le parti in conflitto a consentire un accesso umanitario regolare, continuo e senza ostacoli alle persone più bisognose. Le operazioni umanitarie in Yemen sono ancora limitate dal conflitto, a causa del quale si contano 21,2 milioni di persone (oltre l’80 per cento della popolazione) bisognose di aiuti.

La gran parte delle infrastrutture di base sono state distrutte e l’economia devastata, di conseguenza  è  fondamentale cercare una sistemazione per gli yemeniti sfollati, insieme a cibo e acqua potabile. La maggior parte di coloro che sono dovuti fuggire, circa il 62 per cento, è ospitata dalle comunità locali ormai sotto pressione, mentre altri vivono in alloggi in affitto o in ripari di fortuna, ad esempio edifici pubblici, strutture abbandonate e insediamenti informali, rischiosi e senza nessuna o ben poca protezione.

Molte delle persone che sono state costrette ad abbandonare le proprie case vivono in media da almeno 10 mesi come sfollati interni, in condizioni che si stanno progressivamente deteriorando. Chi risiede in insediamenti informali o centri collettivi sopravvive con risorse inadeguate e in situazioni di sovraffollamento. Chi affitta una casa è a rischio di sfratto o di estorsione. Le comunità ospitanti non riescono più a farsi carico di tante persone per un tempo così prolungato.

Il devastante conflitto in Yemen ha generato più di 2,2 milioni di sfollati interni e ha costretto circa 180.500 persone a fuggire verso altri Paesi della regione. Nel Paese ci sono, inoltre, 278.034 rifugiati e richiedenti asilo registrati, provenienti soprattutto dalla Somalia e dall’Etiopia.