L’UNHCR ESPRIME GRAVE PREOCCUPAZIONE PER LA DECISIONE DELLO SRI LANKA DI ESTENDERE LA DEPORTAZIONE ALLE FAMIGLIE NON DETENUTE
Pubblicato il 12 agosto 2014 alle 6:00
L’UNHCR esprime preoccupazione per le recenti espulsioni di richiedenti asilo dallo Sri-Lanka, che continuano a crescere in dimensione e portata, nonostante gli appelli internazionali ad interrompere i rimpatri forzati verso luoghi dove la vita di queste persone può essere in pericolo.
In tutto, 88 pakistani sono stati rimpatriati dal 1 agosto. Inizialmente, le persone che venivano deportate erano uomini già posti in regime di detenzione. Ora, invece, vengono deportate intere famiglie.
Il primo caso di questo genere è accaduto il 3 agosto, quando un uomo detenuto è stato rimpatriato in Pakistan, seguito due giorni dopo da moglie e figlia, prelevate direttamente dalla loro casa. Sabato scorso una famiglia di sei persone è stata rimpatriata, seguita da un’altra coppia e due fratelli ieri. Nel complesso, si contano ormai 11 donne e otto bambini tra le persone deportate.
La scorsa settimana, ad alcuni degli ultimi deportati sono stati sequestrati i passaporti e certificati di richiedente asilo. Era stato detto loro di recarsi all’aeroporto di Colombo, dove sono stati collocati sui voli per il Pakistan.
Il nostro staff ha inoltre ricevuto informazioni di alcune famiglie che sarebbero state separate in seguito alla deportazione. Tra loro ci sarebbe anche un uomo rimpatriato più di una settimana fa, la cui moglie incinta si trova ancora in Sri-Lanka.
L’UNHCR è estremamente preoccupata per queste deportazioni, che includono famiglie e persone vulnerabili i cui bisogni di protezione non sono stati valutati. Rimandando indietro queste persone il Governo dello Sri Lanka ha contravvenuto ai suoi obblighi derivanti dal diritto internazionale in merito al principio di non respingimento, o non refoulment.
Secondo le linee guida emesse dall’UNHCR per i governi e altri decision makers incaricati di valutare le domande di asilo, i membri delle minoranze religiose, tra cui mussulmani Ahmadiyya, cristiani, e Shia in Pakistan, potrebbero essere bisognosi di protezione internazionale e le loro domande di asilo richiedono un’attenta valutazione.
L’UNHCR ribadisce la richiesta al Governo dello Sri Lanka di fermare immediatamente le deportazioni e garantire l’accesso alle persone in detenzione in modo che i funzionari dell’Agenzia possano valutare i bisogni di protezione. Circa 157 richiedenti asilo, inclusi 84 pakistani, 71 afghani, e 2 iraniani sono ancora in detenzione nel paese.
Questi recenti sviluppi hanno accresciuto il senso di angoscia tra i rifugiati ed i richiedenti asilo in Sri Lanka. Molti di loro hanno paura a lasciare le proprie case per timore di essere arrestati, detenuti e deportati.