L’UNHCR ACCOGLIE CON FAVORE L’ASSEGNAZIONE DELLA MEDAGLIA PER L’ATTIVISMO SOCIALE A TAREKE BRHANE IN OCCASIONE DEL SUMMIT MONDIALE DEI NOBEL PER LA PACE

Pubblicato il 12 dicembre 2014 alle 10:30

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) accoglie con favore la decisione del Comitato del Summit Mondiale dei Premi Nobel per la Pace di assegnare la medaglia di quest’anno per l’attivismo sociale a Tareke Brhane, rifugiato residente in Italia. Il premio gli è stato consegnato “per essersi dedicato ad attività di sensibilizzazione sul tema dei rifugiati in Italia e per aver fondato il Comitato 3 Ottobre, con lo scopo di preservare la memoria di tutte le persone morte in mare nel tentativo di fuggire da guerra e persecuzioni e di tutti coloro che, anche a rischio della propria vita, salvano quella degli altri”.

Tareke Brhane, arrivato via mare in Italia nel 2005, è da tempo impegnato ad aiutare rifugiati e richiedenti asilo che rischiano la propria vita in pericolose traversate via mare. Attraverso il suo lavoro con il Comitato 3 Ottobre, fondato in seguito alla tragedia di Lampedusa, ha contribuito a portare attenzione sulla drammatica situazione alle frontiere marittime d’Europa ed è inoltre in prima linea nell’istituzione della “Giornata della Memoria e dell’Accoglienza”. Il riconoscimento di questa giornata, con l’obiettivo di ricordare tutte le persone morte e disperse in mare, è uno strumento indispensabile per richiamare l’attenzione sul tema e spingere verso interventi concreti per prevenire ulteriori tragedie in mare.

Molte persone muoiono o cadono vittime della criminalità organizzata internazionale nel tentativo di intraprendere queste traversate. L’UNHCR ha esortato la comunità internazionale a non distogliere l’attenzione dal salvataggio di vite umane quando vengono introdotte misure di controllo dei flussi migratori. In una recente conferenza a Ginevra, l ’Alto Commissario per i Rifugiati António Guterres ha dichiarato che la priorità di alcuni governi sembra essere sempre di più quella di tenere lontani gli stranieri piuttosto che di garantire il diritto di asilo. “La sicurezza e la gestione dell’immigrazione sono preoccupazioni per ogni paese, ma le politiche devono essere progettate in modo che le vite umane non finiscano col diventare danni collaterali” ha inoltre affermato.

Nel commentare l’assegnazione della medaglia, Carlotta Sami, portavoce dell’UNHCR per il Sud Europa, ha affermato: “Tareke Berhane si è distinto per il suo indispensabile operato in favore delle persone disperse in mare e delle loro famiglie, cercando di proteggere la loro dignità e difendere i loro diritti. Essendo lui stesso un rifugiato, rappresenta inoltre un positivo esempio di integrazione nella società d’accoglienza.”