IL NUMERO DI RIFUGIATI BURUNDESI HA RAGGIUNTO QUOTA 250MILA, MENTRE IL FINANZIAMENTO RIMANE PARI AL 3 PER CENTO

Pubblicato il 04 marzo 2016 alle 12:00

La situazione in Burundi continua ad essere molto tesa e il numero di persone costrette a fuggire e cercare rifugio nei paesi vicini ha oltrepassato quota 250mila. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) teme che questa cifra possa anche essere superata.

Il numero medio di nuovi arrivi settimanali è stato superiore alle mille unità in Tanzania, 500in Uganda, 230 in Rwanda e 200 nella Repubblica Democratica del Congo. Il numero di ritorni spontanei è stato molto esiguo.

Per evitare un’ulteriore deterioramento della situazione è importante mantenere il sangue freddo e sollecitare una continua attenzione internazionale. Il diritto di lasciare il paese e chiedere asilo deve essere rispettato.

Nonostante i recenti sforzi di alto livello per coinvolgere il governo, l’UNHCR non ha riscontrato significativi miglioramenti delle condizioni di sicurezza e dei diritti umani sul campo. Anche il deterioramento della situazione economica costituisce un motivo di preoccupazione e potrebbe innescare ulteriori spostamenti.

Gli ultimi dati a disposizione dell’UNHCR indicano che 250.473 persone sono state registrate come rifugiati nella Repubblica Democratica del Congo (21.186); Rwanda (73.926); Tanzania (131.834); Uganda (22.330); e Zambia (1.197) dall’inizio di aprile dello scorso anno, quando il presidente Pierre Nkurunziza ha annunciato l’intenzione di correre per un terzo mandato, che ha poi vinto.

Anche se di recente c’è stata un leggera tregua rispetto agli episodi di violenza, i rifugiati che arrivano nei paesi di accoglienza continuano a denunciare le violazioni dei diritti umani in Burundi e le difficoltà che incontrano nel lasciare il paese. L’UNHCR ha anche ricevuto un numero crescente di segnalazioni da parte dei rifugiati rispetto a casi di detenzione e di violenza sessuale e di genere durante il transito.

Circa 1.700 rifugiati burundesi sono arrivati ​​nella Repubblica Democratica del Congo dall’inizio dell’anno. Molti vivono nelle aree rurali povere, dove le condizioni sono dure, e circa due terzi (14.772) sono nel campo di Lusenda, che sta raggiungendo la sua capacità massima di 18mila persone.

Il sovraffollamento è un problema in tutti i paesi ospitanti, tra cui la Tanzania, che ha accolto più burundesi rispetto a qualsiasi altro paese. Il campo di Nyarugusu ospita circa 143mila persone, di cui quasi 80mila arrivate ​​dallo scorso aprile. Il decongestionamento del campo rappresenta una priorità e i nuovi arrivi sono indirizzati a Ndutu, mentre altri già presenti a Nyarugusu vengono inviati al campo di Mutendeli, recentemente riaperto. È previsto l’allestimento di un altro campo a Karago, ma la capacità di quel campo e di quello di Mutendeli è limitata a causa delle riserve idriche insufficienti.

In Rwanda, circa 48mila rifugiati burundesi vivono nel campo di Mahama, il più grande campo del Rwanda, e più di 26mila a Kigali e in altre città. Con il protrarsi delle condizioni di insicurezza in Burundi, i rifugiati stanno finendo i loro risparmi, il che incrementerà il loro bisogno di assistenza. Il governo, dal canto suo, ha chiarito che non ha in programma di trasferire i rifugiati burundesi e manterrà le sue porte aperte.

In Uganda, circa due terzi dei burundesi arrivati durante l’anno scorso sono ospitati nell’insediamento per rifugiati di Nakivale (14.876), nella regione del Sud-Ovest, il 21 per cento nella capitale Kampala, e i rimanenti negli insediamenti di Kyaka II, Oruchinga e Kisoro. Nella maggior parte dei casi si tratta di giovani donne e bambini, con un numero sproporzionatamente basso di giovani uomini. Si sta lavorando per estendere le aree di insediamento a Nakivale e nelle altre località. L’accesso all’acqua continua a rappresentare un problema e l’UNHCR sta trasportando riserve idriche a bordo in camion a Nakivake, ma si tratta di una soluzione costosa e insostenibile.

Come per gli altri paesi d’asilo, il finanziamento costituisce  un grave problema che sta colpendo l’accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria, ai mezzi di sussistenza, di consulenza e molto altro, anche se l’Uganda permette alle persone di lavorare e viaggiare.

L’UNHCR ha richiesto 175,1 milioni di dollari per la risposta umanitaria in Burundi nel 2016 e ha finora ricevuto 4,7 milioni di dollari, pari a circa il 3 per cento. L’Agenzia ringrazia i donatori per la generosità dimostrata fino ad oggi, ma fa appello affinché arrivino con urgenza ulteriori finanziamenti.

http://media.unhcr.org/Package/2CZ7A2XEN51