RIFUGIATI AFGHANI: LA CRISI CHE NON VA DIMENTICATA

Pubblicato il 08 ottobre 2015 alle 5:30

Oggi la comunutà internazionale ha riaffermato il proprio impegno nel ricercare soluzioni durature per la crisi dei rifugiati afghani, nel tentativo di porre fine a una delle migrazioni forzate più lunghe della storia recente.

In una dichiarazione emanata durante la sessantaseiesima riunione del Comitato Esecutivo dell’UNHCR, gli Stati membri si sono impegnati a supportare la Repubblica Islamica dell’Afghanistan affinche’ ponga in essere le condizioni necessarie per favorire il ritorno e il percorso di reintegrazione nel Paese di milioni di rifugiati afghani.

“Ignorare l’Afghanistan sarebbe pericoloso, a prescindere dall’urgenza e dalla gravità delle altre crisi in corso”, ha detto l’Alto Commissario per i Rifugiati Antonio Guterres. “Anche solo dal punto di vista umanitario, in un periodo caratterizzato da un numero record di migrazioni forzate in altre parti del mondo, è chiaro che risolvere gradualmente le crisi più vecchie sia assolutamente cruciale per evitare che siano sommerse da quelle più recenti”.

2.6 milioni di afghani hanno cercato protezione in tutto il mondo, per la maggior parte nei paesi vicini, in particolare nella Repubblica Islamica del Pakistan e nella Repubblica Islamica dell’Iran. Più di 1.5 milioni di rifugiati afghani si trovano in Pakistan, mentre secondo le autorità governative iraniane l’Iran ospita 950.000 rifugiati afghani. Molti di loro sono rifugiati di seconda o di terza generazione che non hanno mai vissuto in Afghanistan.

L’Alto Commissario riconosce che la strada da percorrere è ardua, soprattutto alla luce della situazione sempre più intensa d’insicurezza nel Paese: basti pensare a Kunduz, da dove sono emigrate circa 120.000 persone e al numero crescente di afghani che sta fuggendo verso l’Europa. Secondo le stime dell’UNHCR gli afghani rappresentano il 14% delle persone arrivate in Europa via mare nell’ultimo anno.

Nella dichiarazione, gli Stati membri riconoscono la necessità di un approccio a livello regionale per individuare e implementare soluzioni durature per i rifugiati afghani. In questo contesto, hanno riaffermato il loro supporto alla Strategia per il supporto del rimpatrio volontario dei Rifugiati Afghani, l’Integrazione Sostenibile e l’Assistenza nei Paesi Ospitanti (SSAR), che raccoglie le principali misure per garantire soluzioni ai rifugiati afghani della regione.

Durante la riunione è stata lanciata l’agenda afghana dei progetti da realizzare nell’ambito della strategia SSAR. Negli ultimi tre anni, i tre governi hanno coordinato i loro sforzi con l’UNHCR per tradurre questa strategia in un piano concreto, per facilitare il rimpatrio volontario dei rifugiati afghani ed offrire loro strumenti di integrazione, una volta ritornati nel Paese. I progetti si focalizzano soprattutto sulle necessità legate all’educazione e allo sviluppo di capacità e di mezzi di sostentamento.

Quest’anno circa 54,000 rifugiati sono tornati in Afghanistan, unendosi ai milioni di altri afghani tornati a casa dal 2002. Un abitante su cinque in Afghanistan è un ex rifugiato. Secondo l’UNHCR tra i 100,000 e i 150,000 afghani registrati potrebbero tornare volontariamente dal Pakistan e dalla Repubblica Islamica dell’Iran nel corso del 2016. Il governo afghano ha implementato un piano completo volto al rimpatrio volontario e alla reintegrazione.

Sotto la guida del Presidente Ashraf Ghani, il governo di unità nazionale ha ripetutamente espresso il suo forte impegno nell’accogliere gli afghani nel paese e nell’intensificare i meccanismi per coordinare il ritorno e i servizi di reintegrazione nelle aree considerate sicure.

“In questo processo volto a porre le basi per il ritorno in Afghanistan, il supporto internazionale è fondamentale, soprattutto attraverso investimenti nello sviluppo delle aree nelle quali i rifugiati possono far ritorno. Al tempo stesso, è importante aumentare il sostegno ai due paesi che per decenni hanno ospitato il maggior numero di rifugiati,” ha detto l’Alto Commissario.

L’Alto Commissario Guterres ha elogiato il Pakistan e la Repubblica Islamica dell’Iran per la loro generosità nel dare supporto ai rifugiati afghani nelle loro terre per più di tre decenni. “Questi due paesi hanno dato ai rifugiati afghani l’opportunità di acquisire competenze e di ricevere un’istruzione che permette a molti di loro di contribuire positivamente alla società in cui sono in esilio,” ha aggiunto.

“Ora, però, una maggiore solidarietà internazionale e una ripartizione degli oneri sono essenziali per dare speranza e maggiori opportunità ai rifugiati afghani”, ha aggiunto. “Questo significa non solo offrire strumenti necessari a ricostruire il proprio futuro, ma anche assicurarsi che siano in grado di contribuire al processo di ricostruzione dell’Afghanistan, una volta tornati a casa”.