L’UNHCR fa appello affinché siano attuate misure di tutela prima che inizino i ritorni previsti dall’accordo UE-Turchia

Pubblicato il 01 aprile 2016 alle 12:55

L’UNHCR fa appello affinché siano attuate tutele immediate prima che inizino i ritorni nel quadro dell’accordo UE-Turchia

L’UNHCR esorta oggi le parti del recente accordo tra l’Unione europea e la Turchia su rifugiati e migranti affinché garantiscano che le misure di tutela necessarie siano attuate prima che i rimpatri abbiano inizio. Questo appello deriva dalle continue gravi carenze registrate da entrambe le parti.

L’UNHCR non si oppone al rimpatrio di persone che non hanno bisogni di protezione e che non hanno presentato richiesta di asilo, purché siano rispettati i diritti umani fondamentali.

In Grecia, che si trova costretta ad ospitare migranti e rifugiati a causa della chiusura dei confini nel resto dell’Europa, i sistemi di accoglienza e di gestione delle persone che potrebbero avere bisogno di protezione internazionale presentano molte criticità e severe carenze. Al momento nel paese ci sono circa 51.000 rifugiati e migranti, di cui 5.000 sulle isole e 46.000 sulla terraferma. I recenti arrivi hanno subito un’impennata il 29 marzo con l’arrivo di 766 persone, dopo molti giorni in cui gli arrivi erano in media di 300 persone al giorno. A Lesbo, le condizioni sono progressivamente deteriorate nella struttura hotspot “Moria” che, dal 20 marzo, è stata utilizzata per la detenzione delle persone in attesa della decisione sulla loro deportazione. Ci sono ora circa 2.300 persone in questa struttura, un numero superiore della sua capienza massima pari a 2.000 persone. Le persone stanno dormendo all’aperto e le scorte di cibo sono insufficienti. Ansia e frustrazione sono diffuse. A peggiorare la situazione il fatto che molte famiglie sono state separate in parti diverse della Grecia, e questo crea un ulteriore motivo di preoccupazione qualora cominciassero i ritorni.

Anche a Samos, nell’hotspot di Vathy, le condizioni di accoglienza stanno peggiorando: scadenti condizioni igienico-sanitarie, scarsa disponibilità di sostegno per le persone con bisogni speciali e distribuzione del cibo caotica. A Chios, ci sono al momento circa 1.700 persone nell’hotspot di Vial, che ha una capacità massima di 1.100 persone. Siamo molto preoccupati per la situazione in questi centri. Tre persone sono rimaste ferite in alcuni disordini ieri sera.

In linea con la sua politica globale di promuovere misure alternative alla detenzione, l’UNHCR ha dovuto sospendere i servizi in tutte le strutture chiuse, fatta eccezione per le attività di protezione, monitoraggio ed informazioni sulla procedura di asilo.

Gruppi di rifugiati bloccati attendono il ricollocamento

L’attuale situazione nella Grecia continentale è altrettanto difficile. Rifugiati e migranti, arrivati prima del 20 marzo, sono dislocati in 30 differenti siti, molti sono in attesa di un eventuale ricollocamento. In particolare, sono pessime le condizioni nel porto del Pireo e nella zona di Idomeni, vicino al confine con l’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia.

In queste condizioni, vi è un rischio reale che possano scatenarsi panico e disordini in questi e altri siti. Questa settimana si sono verificati ulteriori incidenti e scontri fisici segnalati dai media locali.

In assenza dell’urgente sostegno aggiuntivo da parte dell’UE, la capacità limitata della Grecia di registrare e processare le richieste di asilo, sarà causa di seri problemi. Le ore limitate di registrazione del Servizio di Asilo greco, la chiusura giornaliera delle registrazioni e la carenza dell’accesso al sistema Skype configurato dai Servizi di Asilo per la registrazione, stanno alimentando ulteriormente ansia e tensioni.

In Turchia, l’UNHCR ha chiesto di poter avere accesso alle persone che sono state riammesse dalla Grecia, per prevenire il rischio di refoulement e assicurare che queste persone possano beneficiare di un’effettiva protezione internazionale. L´UNHCR spera che sia adottato al più presto il regolamento di Protezione Temporanea per concedere o restituire lo status di protezione temporanea per i siriani riammessi dalla Grecia.

L’UNHCR ha definito le misure di protezione necessarie per effettuare riammissioni sicure dalla Grecia in Turchia, che sono state recentemente raccolte nel documento del 23 marzo. http://www.refworld.org/docid/56f3ee3f4.html

 

Arrivi via mare: diminuiscono in Grecia, aumentano in Italia

Gli arrivi via mare in Grecia nei primi tre mesi del 2016 sono stati di oltre 150.700 persone, con un numero minore di arrivi registrato nel mese di Marzo. http://data.unhcr.org/mediterranean/country.php?id=83

Il numero di arrivi via mare attraverso l’altra rotta principale del Mediterraneo – dal Nord Africa verso l’Italia – è di 18.784 persone, che rappresenta un aumento dell’80% rispetto allo stesso periodo nel 2015 (10.156). Gli arrivi nel mese di Marzo sono aumentati di quattro volte rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente  http://data.unhcr.org/mediterranean/country.php?id=105.

Queste persone sono soprattutto nigeriane, gambiane, senegalesi, maliane e di altre nazionalità dell’Africa occidentale. Fino ad ora, l’UNHCR non sta registrando aumenti significativi di siriani, afghani o iracheni su questa rotta. Giovedì, una barca proveniente dalla Grecia con a bordo 22 persone siriane e somale è arrivata a Otranto, nel sud-est del Paese.