In crescita numero di persone sfollate a Chocó, nell’ovest della Colombia

Pubblicato il 13 maggio 2016 alle 5:16

In Colombia, l’UNHCR sta assistendo a un recente incremento di movimenti forzati nel dipartimento di Chocó, nell’ovest del paese. Soltanto negli ultimi due mesi, più di 6.000 persone sono state costrette ad abbandonare le loro case, in fuga dagli scontri armati tra i gruppi irregolari che combattono per il controllo territoriale della regione, così come dalle ostilità in corso a causa della guerra civile. Un ulteriore gruppo di 7.000 persone è stato impossibilitato a muoversi a causa dei combattimenti nella zona dei fiumi di Baudo, Atrato e San Juan.

Ad oggi, le persone che più sono state costrette a spostarsi sono persone afro-colombiane e indigene, che non sono state più in grado di contare sui i loro tradizionali mezzi di sussistenza, che consistono nella pesca, la caccia e l’agricoltura, e di mandare i loro figli a scuola.

L’entità della situazione ha travolto le capacità delle autorità locali di fornire risposte ai bisogni di base della popolazione, come cibo, assistenza sanitaria, ripari e sostegno psicologico. L’UNHCR sta lavorando a stretto contatto con le autorità colombiane e altre agenzie umanitarie per fornire assistenza di emergenza e supporto logistico per le comunità sfollate.

Intanto, il governo della Colombia si trova nelle fasi finali del dialogo di pace con le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), la principale forza di guerriglia del paese, e ha recentemente annunciato l’avvio delle negoziazioni formali con un altro gruppo, l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN). Il dialogo di pace, intrapreso nel 2012, mira a porre fine a più di 50 anni di conflitto armato contro le FARC, che ha provocato circa 7 milioni di sfollati interni e 350.000 rifugiati colombiani, che ora vivono soprattutto in Ecuador e Venezuela.

L’UNHCR oggi fa un appello urgente a tutte le parti del conflitto affinché garantiscano la sicurezza della popolazione civile, che implica non stabilire basi militari dentro o nei pressi di insediamenti civili, e di non compire bombardamenti in queste zone. Inoltre, è essenziale affrontare le cause strutturali degli spostamenti forzati, tra cui il controllo del territorio e delle sue risorse.

Per porre fine agli spostamenti forzati degli sfollati e dei rifugiati colombiani e per la ripresa socio-economica del paese è fondamentale stabilire una pace sostenibile in Colombia. La mancata re-integrazione degli sfollati interni e delle persone ritornate volontariamente, metterebbe a rischio il successo di un fragile percorso di transizione e aumenterebbe il rischio di nuovi movimenti forzati.