Rimpatrio
Tornare a casa
Per milioni di rifugiati in tutto il mondo, tornare a casa resta la speranza più grande per porre fine al proprio esilio. Il rimpatrio volontario in condizioni di sicurezza e dignità è la soluzione prescelta dal maggior numero di rifugiati e richiede il pieno impegno da parte del paese d’origine nell’aiutare i propri cittadini a reintegrarsi. È inoltre necessario il costante sostegno della comunità internazionale durante la cruciale fase successiva al conflitto, per fare in modo che coloro che prendono questa coraggiosa decisione possano ricostruirsi una vita in un ambiente stabile.
Nel caso del rimpatrio, le priorità dell’UNHCR sono di promuovere le condizioni che favoriscono il rimpatrio volontario, garantire l’esercizio di una scelta libera e informata e mobilitare il sostegno in favore di coloro che sono rimpatriati. Nella pratica, l’UNHCR promuove e facilita il rimpatrio volontario in vari modi, ad esempio organizzando per i rifugiati le cosiddette visite go-and-see, attraverso le quali i rifugiati ancora in esilio si recano per brevi periodi nel proprio paese d’origine per rendersi conto di persona delle condizioni e disporre di più informazioni per compiere una scelta consapevole sul proprio rimpatrio. Inoltre, l’Agenzia raccoglie informazioni aggiornate sui paesi e sulle regioni d’origine, promuove la restituzione delle abitazioni e delle proprietà – che potrebbero essere state occupate durante l’esilio – e fornisce assistenza materiale e legale a coloro che hanno deciso di far ritorno nel proprio paese.
Il rimpatrio volontario è stato, in termini numerici, la prima soluzione a cui si è ricorsi nel 2015, anche se con numeri ridotti rispetto all’entità delle migrazioni forzate a livello globale (Global Trends). Nel frattempo, nel corso del 2015 diversi conflitti irrisolti, l’instabilità politica e l’insicurezza generalizzata hanno continuato a rendere impossibile il ritorno a casa per milioni di persone costrette alla fuga.
Durante il 2015, circa 201.400 rifugiati hanno fatto ritorno nei loro Paesi di origine, la maggioranza dei quali (115.800 persone, pari al 57% del totale) assistiti dall’UNHCR. Si tratta di un aumento significativo rispetto al 2014, quando erano state registrate 126.000 persone rimpatriate, ma è ancora molto al di sotto dei 414.600 del 2013.
Nel corso degli ultimi due decenni, si stima che 17,1 milioni di rifugiati siano tornati nei loro Paesi di origine. Tuttavia, il numero di rimpatri è stato basso nella seconda metà dell’ultima decade (2011-2015), a causa dei conflitti prolungati e di quelli che sono ripresi in tutto il mondo negli ultimi cinque anni.
Nel corso del 2015 sono tornati a casa rifugiati provenienti da 39 Paesi. L’Afghanistan si è attestato come il primo Paese per numero di propri cittadini rientrati (con 61.400 rifugiati ritornati nel corso dell’anno), anche se questo numero è ancora molto ridotto, date le dimensioni della popolazione di rifugiati afghani. Altri Paesi che hanno riportato un gran numero di ritorni volontari sono il Sudan (39.500 rifugiati ritornati), la Somalia (32.300), la Repubblica Centrafricana (21.600) e la Costa d’Avorio (12.200). Queste cinque nazionalità, se considerate congiuntamente, rappresentano l’83% del numero totale di rifugiati rientrati su base volontaria nel 2015.