I primi ritorni di rifugiati dalla Thailandia al Myanmar

Pubblicato il 25 ottobre 2016 alle 2:03

Questa settimana sono avvenuti i primi rimpatri volontari di rifugiati del Myanmar dalla Thailandia, parte di un progetto pilota, per ora limitato nei numeri e sostenuto dai governi dei due Paesi. L’obiettivo è quello di aprire la strada ad un processo di rimpatri che potrebbe in futuro risolvere una delle emergenze rifugiati di più lungo corso in Asia.

I primi rimpatri sono in corso oggi. Una famiglia di sei rifugiati è in viaggio dal campo di Tham Hin nella provincia di Ratchaburi, nella parte occidentale della Thailandia, verso la regione Tanintharyi del Myanmar, appena oltre il confine. Il 26 ottobre diverse decine di altri rifugiati lasceranno il campo Nupo, più a nord, nella provincia di Tak, per diverse destinazioni, tra cui Yangon, Kayin e Bago.

L’UNHCR sta informando i rifugiati sulle condizioni che troveranno al loro ritorno e sta anche fornendo servizi di orientamento e consulenza per  assicurare che la decisione di ritornare o meno venga presa sulla base di informazioni corrette e adeguate. Il trasferimento delle persone che stanno facendo ritorno è coordinato dai due governi, dall’UNHCR e dell’OIM. Il WFP sta fornendo contributi economici per l’acquisto di beni alimentari per i tre mesi successivi al ritorno. Ulteriore assistenza alla reintegrazione sarà fornita dalle autorità del Myanmar, dall’UNHCR e da altre agenzie sul campo.

Con il processo di pace ancora in corso in Myanmar, l’UNHCR spera che i ritorni realizzati in questa settimana possano portate altri rifugiati ad interessarsi e partecipare al programma.

La Thailandia ospita attualmente circa 103.300 rifugiati del Myanmar, che vivono in nove campi lungo il confine tra i due paesi, soprattutto di origini Karen, Karenni, Birmano e Mon. I primi rifugiati sono arrivati in Tailandia nei primi anni ’80, in fuga dal conflitto etnico nel sud-est del Myanmar, rendendola una delle crisi di rifugiati in corso da più lungo tempo in Asia.