Sud Sudan: oltre 1,5 milioni di rifugiati e nessuna soluzione in vista

Pubblicato il 10 febbraio 2017 alle 1:48

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime profonda preoccupazione per il numero di persone in fuga dal Sud Sudan, che ha raggiunto il picco di 1,5 milioni di rifugiati da quando il conflitto è scoppiato nel dicembre 2013. A questi si aggiungono altri 2,1 milioni di sudsudanesi sfollati all’interno del Paese.

L’UNHCR rivolge un appello a tutte le parti coinvolte nel conflitto, che ormai dura da quattro anni, affinché individuino al più presto una soluzione pacifica alla crisi, altrimenti migliaia di civili continueranno a fuggire ogni giorno verso i Paesi confinanti: Uganda, Etiopia, Sudan, Kenya, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centrafricana.

Con numeri così imponenti di persone costrette ad abbandonare le proprie case, quella del Sud Sudan rappresenta oggi la più grande crisi di rifugiati dell’Africa e la terza su scala mondiale dopo quelle di Siria e Afghanistan. Ciononostante, non ha destato sufficiente attenzione e i finanziamenti raccolti sono sempre al di sotto di quelli necessari.

A luglio dell’anno scorso intensi combattimenti si sono riaccesi in seguito al fallimento degli accordi di pace fra il governo e le forze di opposizione. Oltre 760.000 rifugiati sono fuggiti dal Paese nell’arco del 2016, con una media di 63.000 persone al mese e negli ultimi quattro mesi si è arrivati a circa mezzo milione di persone fuggite. Più del 60 per cento dei rifugiati è costituito da minori, molti di loro arrivano in condizioni allarmanti di malnutrizione, dopo aver sopportato l’impatto devastante della brutalità del conflitto.

Gli ultimi rifugiati arrivati raccontano delle sofferenze che attraversa il Sud Sudan a causa dei combattimenti: sequestri, episodi di violenza sessuale, la paura dei gruppi armati e delle minacce di morte, la grave carenza di prodotti alimentari.

Come evidenziano anche i trend globali relativi alle migrazioni forzate, i civili in fuga dal Sud Sudan sono accolti dalle comunità più povere dei Paesi confinanti, sottoposte a pressioni enormi e con risorse limitate a disposizione.

La maggior parte dei rifugiati sono accolti dall’Uganda, dove sono arrivate circa 698.000 persone. L’Etiopia ne accoglie circa 342.000, mentre oltre 305.00 sono accolte in Sudan, circa 89.000 in Kenya, 68.000 nella Repubblica Democratica del Congo e 4.900 nella Repubblica Centrafricana.

Sebbene sia incoraggiante l’accoglienza che i rifugiati sudsudanesi ricevono nei Paesi confinanti, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati esprime profonda preoccupazione per la scarsità di risorse disponibili per la gestione di una delle più estese crisi di rifugiati del mondo.

L’UNHCR sta collaborando con le autorità dei Paesi confinanti per garantire assistenza salva-vita e rispondere ai bisogni essenziali di coloro che arrivano dal Sud Sudan in condizioni disperate. Tuttavia, le capacità di portare aiuti sono ostacolate dal grave sotto finanziamento delle operazioni.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati rivolge nuovamente un appello agli Stati sostenitori affinché contribuiscano al più presto al finanziamento delle operazioni umanitarie per il Sud Sudan. La capacità di risposta dei Paesi di accoglienza sono al limite e la cronica mancanza di fondi sta incidendo negativamente sulle misure salva-vita, quali l’erogazione di acqua potabile, cibo, strutture e servizi igienico-sanitari. La somma di 649 milioni di dollari statunitensi richiesta dall’UNHCR per il 2016, è stata coperta solamente per il 33 per cento.

Per il 2017, l’UNHCR sono necessari 782 milioni di dollari statunitensi per finanziare le operazioni in Sud Sudan e nei vicini Paesi di accoglienza.