Sentirsi a casa
Nel novembre 1999 l’UNHCR ha lanciato la campagna europea di sensibilizzazione SENTIRSI A CASA. La campagna – che consiste in uno spot televisivo, due spot radiofonici e un kit per le scuole medie superiori – è stata finanziata dall’Unione Europea, Commissione V – Occupazione e Affari Sociali – e prodotta in 11 diverse lingue.
Lo scopo della campagna è stato quello di promuovere una migliore comprensione della condizione del rifugiato e di far capire ai cittadini europei che i rifugiati sono persone costrette a lasciare i propri paesi a causa di guerre e persecuzioni. Persone come noi, che hanno perso tutto – famiglia, parenti, casa, lavoro – e che non meritano di essere trattati con ostilità.
I rifugiati non costituiscono un pericolo per la nostra società, ma sono persone in pericolo e necessitano di essere aiutati e integrati nel paese di asilo. La Commissione Europea e l’UNHCR hanno deciso di unire le forze per sensibilizzare i cittadini comunitari sul dramma dei rifugiati attraverso la campagna SENTIRSI A CASA, in un momento in cui un numero sempre maggiore di paesi europei – tra cui l’Italia – deve far fronte alla realtà dei flussi di rifugiati e in cui aumentano anche atteggiamenti di ostilità e xenofobia.
Lo spot TV è stato realizzato dall’agenzia pubblicitaria Young & Rubicam. Sulle immagini di una famiglia messa in fuga dall’arrivo dei mezzi militari viene rivolto un invito al pubblico: “E ora che sapete da cosa fuggono, aiutate i rifugiati a sentirsi più a casa”. La campagna di spot TV e radio è stata veicolata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria – ed è stata messa in onda nelle tre reti Rai alla fine del mese di novembre 1999. Anche Mediaset, il gruppo Cecchi Gori e moltissime TV e radio locali hanno aderito all’iniziativa offrendo gratuitamente spazi di messa in onda.
Il kit scolastico, che comprendeva una cassetta video di 45 minuti con testimonianze di rifugiati in tre paesi europei e una guida per insegnanti, è stato distribuito nelle 3.500 scuole superiori italiane, accompagnato da una lettera del Ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer che ne raccomandava l’utilizzo.