A un anno dalla conferenza chiave per rafforzare i programmi di reinsediamento di rifugiati siriani: metà dei 500.000 posti richiesti sono stati resi disponibili

Pubblicato il 30 marzo 2017 alle 2:46

Considerato che il numero di uomini, donne e bambini in fuga da sei anni di guerra in Siria supera ormai la soglia di 5 milioni, la comunità internazionale deve fare di più per aiutarli, ha dichiarato oggi l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

“C’è ancora molta strada da fare per estendere i programmi di reinsediamento e il numero e la portata di canali complementari disponibili per i rifugiati”, ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi.

“Per vincere questa sfida, non abbiamo bisogno solo di ulteriori posti, ma anche di accelerare l’implementazione degli impegni già presi”.

Queste considerazioni arrivano a un anno dal vertice dei leader mondiali sulla Siria che ha fissato l’obiettivo di reinsediare il 10 per cento di tutti i rifugiati siriani entro il 2018. Nonostante l’appello a reinsediare e facilitare canali d’accesso all’asilo per 500.000 rifugiati lanciato in occasione del vertice a Ginevra il 30 marzo 2016, ad oggi sono 250.000 i posti messi a disposizione.

“Questi generosi impegni rappresentano un simbolo positivo e importante di solidarietà e di condivisione delle responsabilità da parte della comunità internazionale. Se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo, dobbiamo aumentare gli sforzi nel 2017 e anche oltre”, ha affermato l’Alto Commissario Filippo Grandi.

Sottoscrivendo la Dichiarazione di New York sui Rifugiati e i Migranti a settembre 2016, gli Stati Membri delle Nazioni Unite si sono impegnati a fare di più per trovare nuove soluzioni d’accoglienza per tutti quei rifugiati che hanno bisogno di protezione e di soluzioni in Paesi terzi, individuati dall’UNHCR. L’UNHCR stima che nel 2017 sarà necessario includere nei programmi di reinsediamento quasi 1,2 milioni di rifugiati, dei quali il 40 per cento sono siriani.

L’Alto Commissario ha sottolineato che “il reinsediamento è uno strumento di fondamentale importanza per le protezione dei rifugiati. Solo i più vulnerabili, ad ogni modo, sono segnalati per essere reinsediati. Per questo, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati continuerà a collaborare con gli Stati per aumentare il numero di posti disponibili per il reinsediamento e il numero e la portata di canali d’accesso alla protezione, complementari al reinsediamento. Come hanno potuto sperimentare direttamente diversi Stati, il reinsediamento non solo dà ai rifugiati l’opportunità di ricostruire le proprie vite, ma arricchisce anche le comunità che li accolgono”.