La tragedia del naufragio di migranti e rifugiati e le partenze irregolari dall’Egitto

Pubblicato il 23 settembre 2016 alle 4:43

L’UNHCR esprime profondo dolore per la perdita di vite dopo l’ennesimo naufragio di una barca che aveva a bordo circa 450 persone, nel Mediterraneo, questa volta al largo della costa di Rosetta, in Egitto.

Sono stati recuperati almeno 42 corpi. Attualmente 150 persone (di cui 43 non erano egiziani, tra cui 26 sudanesi, 13 eritrei, 2 somali, 1 siriano, e 1 etiope) sono state salvate da un’operazione condotta dalle autorità egiziane con il coinvolgimento dell’esercito e della marina.

Le autorità egiziane hanno aperto un’indagine sull’incidente e ordinato alla polizia di arrestare i trafficanti responsabili di queste morti, e stanno fornendo assistenza ai sopravvissuti.

L’Egitto ha una lunga storia come paese d’asilo per i rifugiati, ma allo stesso tempo è anche una rotta tradizionale dell’immigrazione irregolare via mare verso l’Europa.

Dal 2014, c’è stato un aumento costante del numero di rifugiati e migranti che sono stati intercettati nel tentativo di partire dall’Egitto irregolarmente. Nel 2016, fino ad oggi, oltre 4.600 cittadini stranieri, prevalentemente sudanesi, somali, eritrei ed etiopi, sono stati arrestati per aver cercato di partire irregolarmente dalla costa settentrionale. Questo dato corrisponde al 28% in più rispetto all’intero 2015, anno che pure aveva superato i dati del 2014.

Il numero complessivo degli arrivi irregolari in Italia dal Mar Mediterraneo è rimasto stabile nella prima metà (115.068 da gennaio ad agosto 2016) rispetto all’anno precedente (116.149 gennaio-agosto 2015). La percentuale di partenze dall’Egitto verso l’Italia è stata volatile, al 31 luglio 2016 è salita al 9%, dal 5% di un anno prima. Sulla rotta dall’Egitto per l’Italia, è stato registrato un numero significativo di minori non accompagnati.

L’aumento dei flussi migratori misti dall’Egitto rappresenta un fattore di grande preoccupazione per l’UNHCR così come l’aumento delle morti dei migranti e dei rifugiati avvenute sulle rotte del Mediterraneo.

Nonostante il numero totale di persone che quest’anno hanno attraversato il Mediterraneo  (300.000) sia inferiore del 42% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (520.000) – principalmente per via di una dimunizione degli arrivi in Grecia – il numero di persone morte o disperse fino ad oggi (3.498) è inferiore solo dell’8% rispetto al numero totale delle vittime dell’intero 2015 (3.771). Di questo passo, il 2016 sarà l’anno più letale mai registrato nel Mar Mediterraneo.

Nel frattempo, l’UNHCR Egitto ha osservato che molti rifugiati e migranti utilizzano l’Egitto come paese di transito, evidenziando pertanto la necessità di affrontare le cause dei flussi migratori misti nei loro paesi di origine.

L’UNHCR lavora a stretto contatto con le autorità per verificare la registrazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo in stato di detenzione e per agevolare il loro immediato rilascio.

Solitamente, il governo egiziano rilascia le persone registrate con l’UNHCR dopo una media di 15 giorni, in conformità con gli obblighi internazionali di protezione dei diritti di coloro che fuggono da conflitti e persecuzioni. L’UNHCR ha osservato che in molti tentano di partire subito dopo il rilascio. Coloro che, invece, non sono registrati con l’UNHCR sono a rischio di deportazione, pertanto l’UNHCR è preoccupato che tra di loro possano esserci persone richiedenti asilo, l’UNHCR chiede di poter avere accesso ai luoghi in cui si trovano.

Durante la detenzione, l’UNHCR insieme ai suoi partner, fornisce ai detenuti aiuti di base, tra cui cibo e assistenza medica.

Al 31 agosto, l’UNHCR in Egitto ha registrato 187.838 rifugiati e richiedenti asilo, di cui 116.175 siriani (62%), seguiti da 31.200 sudanesi, 10.941 etiopi, 7.254, somali e 7.000 iracheni.