“WELCOME”. Un logo per le aziende italiane che favoriscono l’integrazione dei rifugiati

Pubblicato il 28 settembre 2016 alle 3:31

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha presentato oggi presso il Senato della Repubblica, con il patrocinio del Ministero del Lavoro, il progetto “Welcome – working for refugee integration” alla presenza di Luigi Manconi, Presidente della Commissione Diritti Umani del Senato, Luigi Bobba, Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Pierangelo Albini, Direttore Area Lavoro e Welfare di Confindustria.

Il progetto permetterà alle aziende che si distingueranno nel favorire l’inserimento professionale dei rifugiati di ricevere dall’UNHCR un riconoscimento formale: un logo che le aziende stesse potranno esporre ed utilizzare nelle loro attività di comunicazione.

Il logo “Welcome – working for refugee integration” verrà assegnato annualmente alle imprese che, in base alle proprie possibilità, si saranno distinte per aver effettuato nuove assunzioni di beneficiari di protezione internazionale o comunque avranno favorito il loro concreto inserimento lavorativo e sociale, ed imprese che avranno incoraggiato la nascita di attività di autoimpiego dei beneficiari di protezione internazionale.

“Il settore privato in generale e le singole aziende in particolare, hanno un ruolo cruciale nell’integrazione dei rifugiati.” – ha ricordato Carlotta Sami, Portavoce dell’UNHCR per il Sud Europa – “La loro collaborazione con i diversi attori istituzionali e non che si occupano dell’accoglienza dei beneficiari di protezione internazionale rende possibile realizzare percorsi di integrazione condivisi e partecipativi”.

Le imprese che verranno individuate annualmente aiuteranno l’UNHCR a perseguire l’obiettivo di un modello di società inclusiva, che si adopera per prevenire e combattere xenofobia e razzismo nei confronti di chi è stato costretto ad abbandonare il proprio paese a causa di guerre, conflitti e persecuzioni e ha scelto di ricominciare una nuova vita in Italia.

“Le attività per l’inclusione dei rifugiati possono rappresentare un nuovo orizzonte dell’attività sociale delle aziende e i rifugiati, con le loro competenze ed i loro saperi, possono rappresentare una risorsa per le nostre economie.” Ha concluso la Sami.

Le candidature potranno essere presentate dalle aziende stesse, dai loro dipendenti, dalle associazioni di categoria, dai sindacati, dalle Camere di Commercio, dagli Enti Locali e dalle associazioni o cooperative impegnate nell’assistenza e tutela dei richiedenti e beneficiari di protezione internazionale.