Necessari ulteriori 115 milioni di dollari per le operazioni di rimpatrio volontario ed il reintegro dei rifugiati somali dal campo di Dadaab

Pubblicato il 27 luglio 2016 alle 10:42

Il Piano prevede anche il trasferimento di 31mila rifugiati a Kakuma e il censimento della popolazione del campo.

Oggi l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha fatto appello ai donatori per ricevere ulteriori 115,4 milioni di dollari da destinare al rimpatrio volontario ed il reintegro dei rifugiati somali dal campo profughi di Dadaab, in Kenya. Tali fondi verranno utilizzati anche per il trasferimento dei rifugiati dal campo profughi di Dadaab a quello di Kakuma, oltre che per i progetti e le infrastrutture ad esso collegate e da realizzare in Kenya e Somalia. In precedenza, l’UNHCR aveva lanciato un appello per 369,4 milioni di dollari per affrontare la situazione in Somalia. Con questa ulteriore richiesta, e con una parziale ridefinizione delle priorità dei progetti, i fondi richiesti dall’UNHCR nel 2016 per fornire una risposta adeguata nei paesi interessati (Gibuti, Etiopia, Kenya e Somalia) ammontano attualmente a 484,8 milioni di dollari.

Dopo l’annuncio, lo scorso 6 maggio, del governo del Kenya riguardante la decisione di chiudere il campo di Dadaab, l’UNHCR ha presentato un piano d’azione in occasione della riunione della Commissione Tripartita (Kenya, Somalia e UNHCR) che si è svolta a Nairobi alla fine di giugno e a cui ha partecipato anche l’Alto Commissario, Filippo Grandi. Il piano prevede la riduzione della popolazione di Dadaab – attualmente pari a 343.043 persone (di cui 326.611 somali) – di circa 150mila unità entro la fine del 2016. I 115milioni di dollari richiesti saranno impiegati in numerose attività, tra cui:

– il trasferimento di 16mila rifugiati non somali da Dadaab a Kakuma;

– il trasferimento di 15mila rifugiati somali attualmente in fase di reinsediamento a Kakuma;

– il trasferimento e l’integrazione di circa 42mila cittadini keniani che si ritiene siano registrati come rifugiati;

– il censimento della popolazione di Dadaab e una valutazione comprensiva delle intenzioni di rimpatrio;

– attività di supporto ad altri 50mila rifugiati somali che desiderano ritornare volontariamente da Dadaab in Somalia.

“L’UNHCR è impegnato a garantire che tutti i rimpatri in Somalia siano volontari e realizzati in condizioni dignitose e sicure, avendo come priorità la protezione dei rifugiati in ogni circostanza”, ha dichiarato il direttore dell’Ufficio dell’UNHCR per l’Africa Valentin Tapsoba. “Per questo chiediamo alla comunità internazionale dei donatori di sostenere questo appello supplementare per far si che i somali intenzionati a rimpatriare possano ritornare nel proprio paese d’origine con le migliori opportunità possibili per stabilirsi insieme alle loro famiglie in condizioni di pace e stabilità”, ha dichiarato.

La richiesta di ulteriori finanziamenti è necessaria anche per potenziare il pacchetto di assistenza per il rimpatrio che viene distribuito prima della partenza dal Kenya e in seguito al ritorno in Somalia. La proposta prevede un aumento del sussidio per il ritorno che passerebbe da 150 a 200 dollari per i somali che intendono fare il viaggio di ritorno su strada, contributo che verrebbe aumentato di 75 dollari per le persone con esigenze specifiche. Per chi vorrà effettuare il rimpatrio in aereo – un numero complessivamente inferiore – il sussidio potrebbe passare da 100 a 150 dollari, con una concessione di ulteriori 30 dollari per le persone con esigenze specifiche. I rimpatriati riceveranno anche un kit di prodotti non alimentari.

In Somalia, il supporto dei donatori sarebbe fondamentale per potenziare le attività di assistenza delle persone già tornate in patria. La proposta prevede di togliere il tetto di 600 dollari al sussidio per le famiglie e di offrire invece ai rimpatriati 200 dollari a persona, indipendentemente dalle dimensioni della famiglia, una mossa che dovrebbe incentivare il rimpatrio di un maggior numero di famiglie. Per assistere le persone nella fase iniziale di integrazione, ogni famiglia rimpatriata riceverà un contributo economico mensile di circa 200 dollari, per sei mesi, con lo scopo di contribuire a coprire le esigenze di base. Verrà inoltre considerata la possibilità di fornire assicurazione sanitaria per i rimpatriati urbani.

Si propone di aumentare le aree di ritorno e la presenza dell’UNHCR, con tre ulteriori stazioni di sosta che verrebbero aggiunte a Mandera/Belet Xawa, El Khalow/Ceel Wak e Anumel/Raskamboni, e con l’aggiunta di Afmadow, Dinsoor e Belet Xawa alle nove aree di ritorno già esistenti. L’accesso ai servizi sociali di base è fondamentale per il reinserimento: gli interventi si concentreranno su progetti comunitari che garantiscano risposte in tempi rapidi (meno di sei mesi) con lo scopo di creare beni collettivi nelle aree di rimpatrio, di cui possano godere rimpatriati, sfollati e comunità di accoglienza. Verranno inoltre promossi il recupero e/o l’ampliamento di scuole, centri sanitari e altre infrastrutture di base per sostenere il ritorno, collegati ai relativi piani di sviluppo. Si propone inoltre l’istituzione di un piattaforma transfrontaliera per la ricerca on line di lavoro, che colleghi i rimpatriati somali in cerca di un impiego con i potenziali datori di lavoro.

Qualora il supporto dei donatori fosse garantito, la proposta prevede di aumentare la durata dell’assistenza alimentare da tre a sei mesi, e, se possibile, oltre. Si propone inoltre di offrire ai bambini un contributo di 25 dollari al mese per l’istruzione, della durata di nove mesi. Verrebbe inoltre aumentato il supporto per alloggio ed acquisto di beni non alimentari monetizzando l’attuale pacchetto di beni non alimentari e l’UNHCR intende sostenere 22.500 famiglie nella costruzione di alloggi permanenti offrendo mille dollari ad ogni famiglia. Saranno inoltre prese in considerazione soluzioni ad-hoc per i rimpatriati urbani, per esempio attraverso il pagamento degli affitti.

Si prevede che la maggior parte della rimanente popolazione di rifugiati, circa 170mila persone, possa ritornare in Somalia nel corso del 2017 e nei primi mesi del 2018. Da dicembre del 2014 sono oltre 17mila i somali tornati in Somalia da Dadaab.

 

Comunicato della Commissione tripartita:

http://www.unhcr.org/news/press/2016/6/576ea0474/joint-communique-ministerial-tripartite-commission-voluntary-repatriation.html