Wafaa sogna di riunire la sua famiglia.
È fuggita dalla guerra in Siria con i suoi tre figli.
Wafaa Tabra, 33 anni: “In Siria ero una stilista. Ho studiato cucito e fashion design presso il Centro Internazionale Mamoun a Damasco. Quello che amavo più di tutto era fare abiti da sposa.”
“Poi è arrivata la guerra. Ha distrutto tutto. Mio marito ha lasciato casa nostra undici mesi fa. Non l’ho più visto. È riuscito a raggiungere la Germania. Speravo di potermi riunire a lui con il programma di ricongiungimento, ma ci voleva troppo tempo. Poi, la scuola dei miei figli è stata distrutta. Mio fratello è morto in un attentato, e amici e parenti sono stati uccisi. Vivevamo nella paura costante. Rimanere in Siria era troppo pericoloso. Forse io avrei potuto sopportarlo, ma loro [i suoi figli] non potevano. Ho deciso che dovevo andarmene.”
“Sono stata in Grecia per due mesi. Abbiamo dormito in una piccola tenda in una stazione di servizio nei pressi di Idomeni. Per settimane, abbiamo sperato che riaprissero il confine. Poi, un mese fa, ci siamo trasferiti in un altro campo. Ora abbiamo una grande tenda tutta per noi. Disegniamo, dipingiamo e giochiamo. L’arte ci aiuta a dimenticare le nostre difficoltà. Ma i miei figli sentono la mancanza del loro papà.”
“Ora, io sogno. Sogno di continuare con la mia istruzione, di poter fare ancora degli abiti. Sogno che i miei figli tornino a scuola. Più di tutto, io sogno di riunire la mia famiglia.”
In un campo rifugiati nel nord della Grecia, Wafaa e i suoi tre figli, di età compresa tra i 3 e i 15 anni, stanno facendo lanterne di carta con delle scatole di cartone per il Ramadan.
La stilista di 33 anni è fuggita dalla sua città Aleppo, in Siria, nel febbraio del 2016. Sperava di raggiungere in Germania il marito, che aveva lasciato la loro casa devastata dalla guerra un anno prima. Ma la fuga della sua famiglia dalla guerra si è fermata in Grecia, dopo che i paesi lungo la rotta balcanica hanno chiuso i loro confini a marzo.
Wafaa e i suoi tre figli hanno trascorso sei settimane dormendo in una piccola tenda, accampati in un distributore di benzina nei pressi del villaggio greco di Idomeni, vicino al confine. Hanno aspettato per settimane, sperando che alla fine sarebbe stato loro consentito di proseguire verso nord. Wafaa cercava disperatamente di trovare un posto sicuro per i suoi figli. Poi, circa un mese fa, si sono trasferiti in un nuovo insediamento per rifugiati nella zona di Lagkadikia, vicino alla città di Salonicco nella Grecia settentrionale.
Wafaa ha detto che farà richiesta di ricongiungimento familiare. Ora lei e i suoi figli possono solo aspettare un appuntamento con il servizio di asilo greco.
Storia a cura di Stella Nanou
Video di Vania B. Turner
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L’UNHCR, insieme ai suoi partner, si è impegnato per garantire protezione e assistenza necessari per la sopravvivenza a più di 54mila rifugiati e migranti in Grecia. Per fare questo, la cooperazione e il coordinamento tra le ONG nazionali e internazionali, le agenzie delle Nazioni Unite e gli altri attori impegnati nelle operazioni per i rifugiati in Grecia sono di fondamentale importanza per garantire che gli sforzi comuni permettano di migliorare le condizioni di vita di tutti i rifugiati.
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