Elisabeth sogna di proseguire la sua istruzione e di diventare un medico.

È fuggita insieme alla sua famiglia dal conflitto in Sud Sudan.

Elisabeth Kvartiet ha 17 anni e ha trascorso tutta la sua vita nel campo profughi di Kakuma, che si trova nella desolata regione del Turkana del nord ovest del Kenya. La famiglia di Elisabeth proviene dal Sud Sudan. Suo padre è stato ucciso nel 1999 durante il conflitto e sua madre, incinta di Elisabeth, ha aspettato di darla alla luce per poi fuggire con i suoi quattro figli in Kenya.

Da allora hanno sempre vissuto qui. La mamma di Elisabeth si è risposata ed ha avuto altri quattro figli, ma quando il suo patrigno è tornato in Sud Sudan dopo l’indipendenza, è stato a sua volta ucciso. Elisabeth sogna di proseguire la sua istruzione e alla fine di diventare un medico. La sua materia preferita è biologia ed è una studentessa appassionata, ora nel secondo livello della scuola superiore.

Per molti giovani rifugiati nel campo di Kakuma la frustrazione deriva dal fatto che l’istruzione formale finisce al quarto livello, e solo chi può permettersi di frequentare una scuola al di fuori del campo ha la possibilità di andare avanti.

Quando non studia o non aiuta la famiglia, Elisabeth è sul campo di calcio. Ha iniziato a giocare in tenera età quando nel campo per rifugiati un insegnante ha visto che le ragazze avevano un grande interesse per quel gioco. In un primo momento alle ragazze è stato detto che solo i ragazzi possono giocare a calcio. Ma le ragazze erano determinate e hanno realizzato i loro palloni con la carta e i sacchetti di plastica. Colpito dalla loro perseveranza e dal loro talento, uno degli insegnanti ha cominciato ad allenarle.

Elisabeth è diventata il capitano della sua squadra – un riconoscimento per la sua dedizione e la sua abilità. Recentemente in un campionato di calcio regionale, Elisabeth e altre tra le più brave giocatrici di calcio di Kakuma hanno gareggiato con le squadre keniane. La loro squadra è arrivata seconda. Per quanto ami il calcio, Elisabetta dice che la sua priorità sarà sempre la scuola.

“Se sarò brava a scuola, potrò diventare ministro o presidente, ma se non farò altro che giocare a calcio, questo è tutto quello che potrò fare”, dice. Elisabeth ha grandi progetti per il suo futuro.

Storia a cura di Leigh Foster
Video di Nicholas Hopkins Hal

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“I bambini rifugiati, come tutti i bambini del mondo, hanno diritto all’istruzione. È fondamentale che i bambini che sono stati sradicati per colpa della guerra e della violenza non vengano ulteriormente penalizzati”, afferma Filippo Grandi, Alto Commissario per l’UNHCR.

I dati rivelano che nel campo profughi di Kakuma in Kenya solo il 3 per cento dei rifugiati sono iscritti alla scuola secondaria, mentre il 73 per cento sono iscritti alla scuola primaria. Ma il problema va al di là di Kakuma. L’istruzione è un problema globale, con il 50 per cento dei bambini rifugiati nell’età della scuola primaria e il 75 per cento dei rifugiati adolescenti a livello di istruzione secondaria che non frequentano la scuola.