Mercedes e suo figlio sono fuggiti dalla violenza in El Salvador
Sogna di riunirsi con la figlia e le nipoti.
Mercedes, 47, El Salvador
“Un giorno, due uomini sono venuti nel nostro quartiere e hanno detto ai giovani che dovevano unirsi alla loro gang, e i mie figli si sono rifiutati. Le gang ci hanno detto che dovevamo dar loro da mangiare, o ci avrebbero ucciso. Poi un gruppo chiamato ‘Sterminio’ ha cominciato ad operare nell’area. Hanno ucciso tutti quelli che pensavano stessero dalla parte delle gang. Hanno ucciso il nostro vicino, anche se lui non era in una gang. Hanno minacciato di ucciderci, accusandoci di sostenere e dare cibo alle gang, così siamo dovuti fuggire. E ora siamo rifugiati in Messico.”
“Sono una mamma single. Ho sempre lavorato molto duramente per mantenere i miei figli. Sono bravi ragazzi – vanno in chiesa, studiano e mi hanno sempre aiutato con il mio lavoro. Il mio figlio più giovane (17 anni) vuole studiare per diventare un infermiere. Gli piace aiutare le persone. Javier ora lavora come operaio. Vuole guadagnare così che possiamo avere una casa nostra. Io non ho paura di lavorare. Ho lavorato tutta la mia vita, e sono brava nel commercio. Avevo un’attività nella mia casa, vendevo vestiti. Mi piacerebbe moltissimo avviare una mia attività in Messico. Il mio sogno è quello di riunirmi con mia figlia che è ancora in El Salvador, con suo marito e le mie nipotine. Ho paura che là non siano al sicuro. Voglio che vengano in Messico. Quando penso a loro comincio a piangere e divento molto triste, ma devo rimanere forte per mio figlio Javier.”
Negli ultimi due anni, l’UNHCR e il personale, che con impegno gestisce questi alloggi, hanno notato un cambiamento nel profilo dei richiedenti asilo che arrivano e hanno bisognosi di aiuto. Un tempo erano per lo più giovani donne e uomini soli, ma sempre di più ora vediamo intere famiglie o madri sole con i figli.
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