Justina sogna di ricongiungersi con la sua famiglia.

È fuggita dalle violenze in Nigeria.

Justina Jonathan, 45 anni: “L’idea di vivere lontana dalle persone che amo mi faceva molta paura. Lontana dal vedere le mie ragazze diventare donne con la loro conoscenza e la loro forza, in grado di lottare per i loro diritti e per costruire il loro futuro. Ho dovuto lasciare la mia casa, la mia famiglia e la scuola dove insegnavo per salvarmi la vita. Sono dovuta fuggire, ma la mia famiglia sa che una donna non abbandona mai i suoi figli. Troverò il modo di stare di nuovo con loro, in un paese in pace che non discrimina chi ha un modo diverso di pensare”.

Justina Jonathan ha 45 anni, è una ex insegnante, madre di quattro figli, ora rifugiata in Brasile. Da quando è fuggita dalle violenze in Nigeria nel 2014, ha vissuto lontana dalla sua famiglia e ha lavorato come donna delle pulizie e parrucchiera. Prima di tutto questo, insegnava in una scuola per ragazzi e ragazze nel nord della Nigeria, dove opera il gruppo terroristico Boko Haram. Durante le sue lezioni Justina insegnava ai suoi studenti i loro diritti e a pensare andando oltre i libri di testo e le paure.

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Justina Jonathan, rifugiata nigeriana di 45 anni, vive in Brasile dal 2014. E’ stata costretta ad abbandonare i suoi bambini, suo marito e la sua professione di insegnante. © UNHCR/V. Moriyama

Brazil Refugee Day

Justina in Nigeria insegnava in una scuola per bambini e bambini. Il gruppo terrorista Boko Haram ha vietato l’istruzione alle ragazze e ha rapito centinaia di bambini. Justina è stata costretta a fuggire sia per la sua professione di insegnante che per la sua convinzione che anche le ragazze meritino di ricevere un’istruzione. © UNHCR/V. Moriyama

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Justina, che in Nigeria era un’insegnante, lavora come donna delle pulizie in Brasile. Il suo sogno era di incoraggiare le ragazze in Nigeria a lottare per i propri diritti e aiutarle a costruire il loro futuro. © UNHCR/V. Moriyama

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Justina mentre lava il pavimento di un negozio. Spera di poter insegnare di nuovo un giorno. © UNHCR/V. Moriyama

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Justina vive in Brasile dal 2014. La sua speranza è di potersi ricongiungere con la sua famiglia in un luogo dove non vengano perseguitati a causa della loro religione, della loro professione o del loro genere. © UNHCR/V. Moriyama

Dopo che la sua scuola è stata chiusa con la forza, Justina ha continuato ad insegnare in una chiesa locale. Crede che, grazie all’educazione, la conoscenza acquisita getterà le basi per una vita migliore e una società più equa. Alla fine, le minacce di Boko Haram sono diventate più frequenti, costringendola a decidere se mettere in pericolo se stessa e la sua famiglia o se fuggire, lasciandosi alle spalle i suoi studenti, i figli, il marito e la sua vita.

Fino ad oggi, gli attacchi di Boko Haram hanno provocato l’esodo forzato interno di più di 2.2 milioni di nigeriani e hanno costretto circa 180mila cittadini a fuggire verso altri paesi. Justina non si sente orgogliosa di essersi lasciata tutto alle spalle, ma sa che era necessario farlo. Spera di riprendere l’insegnamento e di contribuire all’empowerment di altri studenti. Sogna di riunire la sua famiglia in un luogo in cui non si debba aver paura di persecuzioni legate all’istruzione, alla religione o al genere.

Storia a cura di Miguel Pachioni
Immagini di Victor Moriyama

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Ad oggi l’avanzata di Boko Haram ha provocato circa 180mila rifugiati e costretto più di 2.2 milioni di nigeriani a fuggire all’interno del paese.

La casa di Justina ora è il Brasile, che ospita circa 9.000 rifugiati di 79 diverse nazionalità – compresi quelli che sono stati reinsediati. Come in ogni altro paese in cui opera, il lavoro dell’UNHCR in Brasile è volto a proteggere i rifugiati e promuovere soluzioni durevoli. L’Agenzia, in collaborazione con il governo e la società civile, si occupa di fornire assistenza umanitaria ai rifugiati e di facilitare la loro integrazione.