NECESSARIO MAGGIORE SUPPORTO PER I RIFUGIATI SOMALI CHE RIENTRANO IN PATRIA

Pubblicato il 16 ottobre 2015 alle 4:20

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Da dicembre del 2014 l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha aiutato circa 5mila rifugiati a ritornare in Somalia dal campo rifugiati di Dadaab, in Kenya, e altri 4.500 si sono iscritti negli uffici del campo per rientrare in patria. I rifugiati che tornano in patria vengono accompagnati fino ai loro luoghi di origine, la maggior parte dei quali a Kismayo, Mogadiscio, Baidoa e Luug nelle aree meridionali e centrali della Somalia. Ricevono anche un aiuto in denaro, cibo e articoli per la casa come materassi, zanzariere, lanterne solari, articoli per l’igiene personale e utensili per la cucina, beni utili per ricominciare una nuova vita. Allo stesso tempo, più di 26mila rifugiati somali sono fuggiti dalle violenze in Yemen e sono tornati in Somalia, la maggior parte dei quali a Mogadiscio.

Le condizioni di sicurezza e quelle socio-economiche in molte parti della Somalia non sono adeguate per un ritorno di massa. Molti rifugiati continuano ad avere dubbi riguardo il loro ritorno, mentre altri sono impazienti di lasciarsi indietro la vita in esilio e di aiutare a ricostruire il loro paese. Per porre fine a una delle più complesse situazioni che coinvolgono rifugiati al mondo, è necessario assicurarsi che il ridotto numero di ritorni avvenga con successo e contribuisca a realizzare una Somalia più stabile e pacifica. È necessario dare maggiore supporto e ulteriori investimenti per sostenere le infrastrutture sociali ed economiche del paese. Anche se le condizioni di sicurezza continuano a destare preoccupazione, la mancanza di scuole pubbliche attrezzate e di opportunità di lavoro sembrano rappresentare per molti il vero ostacolo al rientro in patria.

Per promuovere il sostegno internazionale in favore della Somalia, l’UNHCR e l’Unione europea stanno organizzando una conferenza dei donatori per la prossima settimana, mercoledì 21, a Bruxelles. L’Alto Commissario Antonio Guterres, l’Alto Rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e le politiche di sicurezza Federica Mogherini, insieme al Commissario europeo per la cooperazione internazionale e lo sviluppo Neven Mimica accoglieranno il Primo Ministro della Repubblica federale della Somalia Omar Abdirashid Ali Sharmarke e il Sottosegretario agli Affari Esteri keniano Amina Mohammed insieme con le delegazioni di alto livello provenienti da Gibuti, Etiopia, Kenya, Uganda e Yemen. Essi presenteranno un piano d’azione per preparare ritorni sostenibili in Somalia per i rifugiati somali residenti nella regione e per ricostruire le aree di ritorno. L’obiettivo principale sarà parlare ai rappresentanti di oltre 30 paesi donatori e alle organizzazioni della ricostruzione delle infrastrutture, del rafforzamento dell’applicazione della legge, di istruzione, acqua e servizi igienici, di servizi di assistenza sanitaria, di alloggi, agricoltura e della creazione di opportunità di lavoro. Il piano richiede un totale di 500 milioni di dollari e avrà una durata di due anni, fino alla fine del 2017.

Più di due milioni di somali continuano a essere rifugiati o sfollati nella regione, tra cui più di 1,1 milioni all’interno del loro stesso paese e 967mila rifugiati nei paesi limitrofi. La maggioranza (420mila) si trova in Kenya, la maggior parte nei cinque campi profughi di Dadaab nella parte nord orientale del paese. Circa 250mila rifugiati somali vivono in Etiopia e circa 200mila in Yemen.