L’UNHCR HA INIZIATO IL TRASFERIMENTO DI 15.000 RIFUGIATI DEL SUD SUDAN BLOCCATI IN ETIOPIA

Pubblicato il 18 novembre 2014 alle 6:00

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Il 17 novembre, con un primo gruppo di 125 rifugiati, l’UNHCR ha iniziato il trasferimento via mare di circa 15.000 rifugiati del Sud Sudan dalla stazione di Matar in Etiopia orientale. Il loro arrivo al campo rifugiati di Pugnido, distante circa 300 km, è previsto nel pomeriggio di martedì.

Altri 29 rifugiati con bisogni particolari, tra cui persone non vedenti, donne incinte, madri che allattano e anziani che non possono viaggiare sulle imbarcazioni, verranno trasferite con un elicottero noleggiato dall’UNHCR.

I rifugiati sono rimasti bloccati in una stazione di passaggio vicina al confine con il Sud Sudan dopo che il campo di Nip Nip, dove si stavano dirigendo inizialmente, si è inondato di colpo a causa delle violenti piogge stagionali e dello straripamento del fiume Baro nell’agosto di quest’anno. Il campo rifugiati di Pugnido ospita già quasi 45.000 persone, la maggior parte provenienti dal Sud Sudan.

Durante le operazioni di imbarco, sono stati forniti acqua, biscotti ad alto contenuto energetico e beni di prima necessità ai rifugiati, che indossavano tutti i giubbotti di salvataggio. Per il primo trasferimento sono state utilizzate due navi, una per i passeggeri e l’altra per i bagagli. I rifugiati hanno iniziato il loro viaggio di due giorni dalla stazione di Matar, percorrendo il fiume Baro a bordo di un’imbarcazione motorizzata.

All’arrivo, ai rifugiati è stato dato un pasto caldo presso la struttura di transito di Itang, dove hanno trascorso la notte prima di continuare il loro viaggio su strada. Il centro di transito è gestito dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM), che sta anche agevolando il trasferimento dei rifugiati.

Dallo scoppio del conflitto in Sud Sudan, a metà dicembre 2013, oltre 191.000 rifugiati sudsudanesi hanno cercato rifugio nella regione di Gambella in Etiopia. Circa 100 rifugiati al giorno, provenienti dagli stati sudsudanesi di Upper Nile e Jonglei, continuano ad entrare in Etiopia, principalmente attraverso la frontiera di Burbiey. Come motivi della fuga, i nuovi arrivati citano l’instabilità, dovuta anche agli sporadici scontri tra fazioni rivali, e la mancanza di sicurezza alimentare. Una risposta multi-agenzia guidata dal governo dell’Etiopia e dall’UNHCR sta fornendo protezione e assistenza a quei rifugiati. Con oltre 600.000 rifugiati nel proprio territorio, l’Etiopia ha superato il Kenya, ed è al momento il paese africano che ospita più rifugiati.