NIGER: RIFUGIATI MALIANI IN FUGA DAL CAMPO A SEGUITO DI ATTACCHI NELLE AREE CIRCOSTANTI

Pubblicato il 31 ottobre 2014 alle 5:30

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Un attacco da parte di un gruppo armato non identificato ha avuto luogo ieri mattina (giovedì) nella città di Ouallam, a circa 100 chilometri a nord di Niamey, capitale del Niger, in quello che sembra essere stato un tentativo di liberare i prigionieri dal carcere cittadino. Nello stesso momento un altro attentato ha colpito anche la postazione della Guardia Nazionale preposta alla sicurezza nel campo profughi di Mangaize, a circa 40 chilometri da Ouallam e 70 chilometri dal confine con il Mali. La postazione di sicurezza alla periferia del campo è stata incendiata e quattro agenti di polizia sono rimasti uccisi. Il campo ospita circa 6.000 rifugiati originari del Mali.

I dettagli non sono ancora molti, ma stando alle prime informazioni sembra che siano stati uccisi fino a nove agenti di polizia e della Guardia Nazionale. Due rifugiati nel campo di Mangaize sono rimasti feriti da pallottole vaganti. Una donna rifugiata è stata trasporta a Niamey per cure mediche. Dopo l’attacco di giovedì, quasi tutti i rifugiati presenti hanno lasciato il campo e sono fuggiti nel vicino villaggio di Mangaize per timore di nuovi attacchi. Tuttavia, stando alle notizie riportate questa mattina (venerdì) dagli operatori UNHCR presenti in loco, la maggior parte dei rifugiati è rientrata al campo.

Nella zona sono stati predisposti rinforzi a sostegno delle forze di sicurezza. Si teme che gli attentatori, che erano ben armati, possano aver posizionato alcune mine nei dintorni per facilitare la loro fuga nel vicino Mali. Allo stato attuale, proseguiranno solamente le attività umanitarie indispensabili, come il trasporto di acqua su camion. Il Niger ospita circa 50.000 rifugiati del Mali.

Le autorità hanno dichiarato tre giorni di lutto nazionale. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha presentato le sue condoglianze alle autorità e alle famiglie dei poliziotti, in particolare a coloro che erano di guardia al campo rifugiati.