IL 2014 DIVENTA L’ANNO CON PIU’ MORTI IN MARE AL LARGO DELLO YEMEN

Pubblicato il 17 ottobre 2014 alle 7:00

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L’anno in corso ha visto un forte aumento del numero di migranti e richiedenti asilo che perdono la vita nel tentativo di raggiungere lo Yemen, provenienti per lo più dal Corno d’Africa: i morti nel 2014 sono stati infatti superiori a quelli degli ultimi tre anni.

Nell’ultimo tragico incidente avvenuto il 2 ottobre, 64 migranti e tre membri dell’equipaggio sono morti quando la loro imbarcazione, in viaggio dalla Somalia, è affondata nel Golfo di Aden. Da allora ci sono stati altri cinque morti, e questo porta a 215 il numero di vittime nel 2014, numero che supera il totale complessivo per gli anni 2011, 2012 e 2013. La tragedia rappresenta anche la più grande perdita di vite umane dai naufragi di giugno (62 morti), marzo (44 morti) e aprile (12 morti).

Si vanno accumulando notizie di maltrattamenti, abusi, stupri e torture e le misure sempre più cruente adottate dalle reti di trafficanti potrebbero spiegare l’aumento dei morti in mare. Le imbarcazioni dirette nello Yemen sono sovraffollate e i trafficanti, a quanto riferito, hanno gettato passeggeri in mare per evitare di capovolgersi o di essere intercettati. I funzionari addetti alla ricerca e al salvataggio affermano che tale prassi ha causato, negli ultimi anni, centinaia di vittime non identificate.

Le ultime vittime si inseriscono nel contesto di un drammatico aumento del numero di nuovi arrivi nel mese di settembre sulla costa dello Yemen. A settembre si registrano infatti 12.768 ingressi, diventando il mese con il più alto numero di arrivi dal 2002, quando si iniziò a tenere un registro aggiornato dei flussi.

Si ritiene che tra le ragioni di tale aumento figurino la persistente siccità nel centro-sud della Somalia, gli effetti combinati del conflitto, dell’insicurezza e della mancanza di opportunità di sostentamento nei paesi di origine, oltre che un calo del livello di cooperazione tra i paesi della regione per una migliore gestione dei flussi migratori.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e i suoi partner offrono accoglienza e assistenza alle persone che raggiungono la costa yemenita attraverso il Mar Rosso e il Golfo di Aden e registrano tutti gli incidenti segnalati. UNHCR e la Società per la Solidarietà Umanitaria, forniscono primo soccorso e assistenza alimentare a tre centri costieri di transito per le persone identificate dalle squadre di pattugliamento al loro arrivo sulla costa, di solito in una situazione disastrosa.

Si provvede poi al trasporto dai centri di transito al centro di accoglienza più vicino per una prima registrazione, effettuata dal Consiglio danese per i rifugiati per conto dell’UNHCR. I cittadini somali ricevono lo status di rifugiato prima facie dal governo dello Yemen; ai cittadini di altra nazionalità, che esprimono il proprio interesse a fare domanda d’asilo, vengono dati attestati da presentare agli uffici dell’UNHCR a Sana’a o Aden per iniziare il processo di determinazione dello status di rifugiato.

Nonostante l’impegno e il continuo lavoro del governo yemenita e altri sulla questione, è chiaro che gli sforzi in atto non possono da soli rappresentare una speranza di evitare la perdita di vite umane.
L’UNHCR ha continuato a offrire sostegno al governo yemenita per rafforzarne la capacità di effettuare ricerca e salvataggio in mare, imbarchi sicuri e procedure di identificazione corrette, così come servizi iniziali di accoglienza e collocamento per le persone vulnerabili bisognose di protezione e assistenza.

Ci rivolgiamo inoltre ai paesi di origine, di transito e di destinazione della regione affinché rafforzino la loro cooperazione nella gestione dei flussi migratori prestando, allo stesso tempo, la dovuta attenzione alle esigenze di protezione dei rifugiati, dei richiedenti asilo e di altri gruppi vulnerabili come donne e minori. Questo tipo di cooperazione regionale è stata l’idea ispiratrice della Conferenza regionale in materia di asilo e migrazione organizzata dal governo dello Yemen con il sostegno dell’UNHCR e dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) nel novembre del 2013 e costituisce il cuore della Dichiarazione di Sana’a adottata dalla Conferenza.

Nella penisola arabica, lo Yemen è l’unico paese firmatario della Convenzione del 1951 sullo status dei rifugiati e del suo Protocollo del 1967. Ospita attualmente 246.000 rifugiati, di cui oltre 230mila somali e una porzione più piccola di rifugiati etiopi, eritrei, iracheni e siriani. La maggior parte di loro vive nello Yemen da molti anni. Lo stato ospita inoltre più di 334.000 sfollati interni, che hanno dovuto abbandonare le loro case a causa dei recenti conflitti o che vivono situazioni migratorie a lungo termine.