UCRAINA: CRESCONO I BISOGNI UMANITARI A FRONTE DI UN NUMERO DI SFOLLATI INTERNI CHE ORMAI SUPERA QUOTA 117MILA

Pubblicato il 05 agosto 2014 alle 6:00

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Mentre la situazione nella parte orientale dell’Ucraina continua a deteriorarsi, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) stima che siano oltre 117mila le persone attualmente sfollate all’interno del paese. Negli ultimi sette giorni più di 6.200 persone sono state costrette a fuggire dalle loro case. Secondo le stime aggiornate al 1 agosto 168mila persone hanno anche attraversato il confine e sono entrate in Russia.

Il numero di sfollati dalle regioni di Luhansk e Donetsk è drasticamente aumentato, passando da 2.600 agli inizi di giugno a 102.600 ai primi di agosto. Le persone provenienti dall’Ucraina orientale rappresentano ora l’87 per cento del totale della popolazione sfollata in Ucraina; le persone costrette a fuggire dalla Crimea ammontano attualmente a 15.200.

Le persone fuggono dall’Ucraina orientale con pochi effetti personali e affrontano crescenti difficoltà, compreso l’accesso ai servizi bancari. I servizi di base e le infrastrutture sono state pesantemente colpite dalla crescente violenza, mentre la scarsità di acqua potabile diventa sempre più frequente. Molte case ed edifici sono stati parzialmente o totalmente distrutti nelle zone colpite dal conflitto nelle regioni di Donetsk e Luhansk.

L’UNHCR sta inoltre assistendo a un quadro variegato di flussi migratori, con un aumento significativo di persone in fuga dalle violenze nelle aree di Horlivka, Donetsk e Luhansk, nonché a un notevole numero di ritorni nelle aree in cui il governo ucraino ha ripreso il controllo.

Secondo le autorità locali, circa 4mila persone sono ritornate dalla regione di Kharkiv a Slavyansk e Kramatorsk negli ultimi sette giorni. A quanto riferito, sono circa 20mila le persone che dal 5 luglio hanno fatto ritorno a Slavyansk.

Gli sfollati riportano problemi di sicurezza, riferendo che il rischio di essere attaccati durante gli scontri a fuoco è il motivo principale per cui lasciano la propria casa. Alcune persone hanno inoltre espresso il timore di subire persecuzioni a causa delle loro opinioni politiche, appartenenza etnica o reclutamento forzato da parte del governo o delle forze anti-governative.

Altri segnalano di aver vissuto o sentito parlare di casi di rapimento, estorsione e molestie nei loro quartieri. Tra gli altri motivi riportati come causa di fuga figurano la mancanza di servizi e i danni inflitti alle case e alle infrastrutture di base presenti nella regione.

L’UNHCR chiede l’istituzione da parte del governo ucraino di un sistema di registrazione centrale degli sfollati interni. L’attuale mancanza di un sistema organizzato e comune ostacola il coordinamento dei soccorsi. La misura è importante anche a fronte dei  preparativi che le autorità ucraine stanno facendo per l’inverno. La maggior parte delle strutture di ricovero attualmente in uso non è attrezzata per i freddi mesi invernali.

L’UNHCR continua a sostenere le azioni messe in atto dal governo e dalla società civile in risposta ai flussi migratori forzati e nello stesso tempo fornisce direttamente aiuti ai più vulnerabili. Ha infatti distribuito materiale per l’igiene personale ed elettrodomestici da cucina a circa 15mila rimpatriati a Slavyansk, nella regione di Donetsk. Nel mese di giugno e luglio tre carichi di materiale igienico, cibo, materassi e lenzuola sono stati spediti a Sviatohirsk e circa 5mila sfollati a Krasniy Lyman hanno ricevuto beni di prima necessità.

La maggior parte degli sfollati interni vengono ospitati da amici e parenti o affittano un alloggio. L’UNHCR ha avviato un programma di aiuti economici  destinati a più di 700 sfollati interni nelle regioni di Lviv e Vinnycja.

La scorsa settimana l’Agenzia ha firmato un accordo di cooperazione con le autorità regionali di Donetsk per aprire un ufficio a Mariupol per sostenere i funzionari governativi e per coordinare la distribuzione degli aiuti agli sfollati interni più vulnerabili. La prima consegna di prodotti igienici e alimentari ha avuto luogo sabato 1 agosto nella città di Yalta, nel distretto di Pervomaisk e un’altra spedizione è prevista nei prossimi giorni per il distretto di Pryazovskiy, a sud della regione di Donetsk, che ospita più di 20mila sfollati.

La maggior parte dei cittadini ucraini che lasciano il proprio paese non fanno richiesta per ottenere lo status di rifugiato. Spesso richiedono un altro status giuridico. Alcuni temono che richiedere lo status di rifugiato porterà a complicazioni e ritengono che le alternative disponibili rappresentino una soluzione temporanea migliore.

Secondo le autorità russe, dal 1 gennaio al 1 agosto 168.677 persone si sono rivolte al Servizio Federale per l’immigrazione: 6.347 hanno richiesto lo status di rifugiato, 48.914 l’asilo temporaneo, 28.134 la cittadinanza, 59.858 la residenza temporanea, 19.943 il permesso di soggiorno e 5.481 rientranti nell’ambito del programma di reinsediamento dei connazionali.

Si registra l’arrivo di un numero maggiore di cittadini ucraini che arrivano e rimangono in Russia grazie all’esenzione dall’obbligo del visto. Secondo le autorità russe sono circa 730mila le persone di nazionalità ucraina arrivate ​​dall’inizio del conflitto, delle quali circa l’80 per cento alloggia in zone di confine, mentre altre si spostano per stare con amici o parenti in altre zone del paese.

Più di 585 strutture temporanee ospitano 42.486 persone. Le autorità russe hanno adottato vari regolamenti per facilitare il soggiorno temporaneo dei cittadini ucraini che arrivano sul proprio territorio.

Dall’inizio dell’anno alla fine di giugno, si calcola che circa 2.700 ucraini abbiano hanno fatto domanda di protezione internazionale in tutta l’Unione Europea.