L’UNHCR mette in guardia: problemi di finanziamento con migliaia di persone che fuggono da Falluja
Pubblicato il 21 giugno 2016 alle 3:13
L’UNHCR sta urgentemente cercando di raccogliere $17.5 milioni USD per rispondere agli immediati bisogni di decine di migliaia di civili che si stanno riversando fuori da Falluja, in Iraq, negli ultimi giorni.
Oltre 85.000 persone sono fuggite da Falluja e dall’area circostante da quando è cominciata un mese fa, il 23 maggio, un’offensiva militare del governo per riprendere il controllo della città, che si trovava nelle mani degli estremisti. Circa 60.000 di queste persone sono fuggite nell’arco di soli tre giorni la settimana scorsa, tra il 15 e il 18 di giugno. Altre migliaia di persone potrebbero essere in procinto di lasciare la città.
C’è disperata necessità di fondi, per aumentare il numero di campi e fornire beni di primo soccorso di cui c’è urgente bisogno per le persone sfollate che hanno già affrontato mesi di deprivazioni e difficoltà nella città, senza cibo né medicine a sufficienza. Abbiamo anche bisogno di ulteriori fondi per fornire supporto pisico-sociale e di altro tipo a questa popolazione esusta e profondamente traumatizzata.
L’UNHCR e i partner stanno fornendo tende e aiuti di emergenza alle famiglie sfollate nell’area di Amiriyat al Falluja, Al Khalidiya e Habbaniyah Tourist City (HTC) – tutte situate tra i 20 e i 30 km da Falluja. Ma con l’aumento degli arrivi nell’ultima settimana, la situazione di sovraffolammento continua a peggiorare. In molti casi due e, a volte, tre famiglie sono costrette a condividere la stessa tenda, mentre molte altre dormono all’aperto, senza strutture igieniche. Le temperature in aumento, l’assenza di ombra e l’insufficienza di acqua pulita stanno esacerbando una situazione già disperata.
Questi bisogni che continuano ad intensficarsi stanno portando le risorse dell’UNHCR ad un livello di crisi. A circa metà dell’anno, abbiamo ricevuto solamente il 21% dei fondi richiesti per l’Iraq e la regione cirocostante, che costituisce una delle più gravi situazioni di sfollati interni e rifugiati nel mondo. Sono stati ricevuti solamente 127.7 milioni USD dei 584 milioni USD previsti per coprire i bisogni nel 2016. Stiamo esaurendo le risorse a nostra disposizione in Iraq per fare fronte ai rapidi sviluppi della situazione a Falluja.
Sei campi sono già stati aperti ad Amiriyat e Falluja. Altri tre sono in fase di costruzione a Khalidya e Habbaniya Tourist City e altri due sono in fase di ampliamento. Ma ci aspettiamo che altri 20 campi saranno necessari nelle prossime settimane, per dare riparo a 30.000 persone. I fondi sono urgentemente necessari anche per beni quali coperte, materassi e taniche, oltre ad altri beni essenziali.
Oltre che a Falluja, l’UNHCR ha risposto negli ultimi tre mesi anche ai bisogni di oltre 20.000 persone in fuga da Mosul e dai distretti cirocostanti a causa delle rinnovate offensive nella zona.
Negli utlimi giorni, quasi 3.000 persone sono arrivate nel già affollato campo di Debaga nel Governorato di Erbil, portando la popolazione del campo e del vicino stadio a quasi 10.000 persone. I nuovi arrivati vivono in un centro di accoglienza gravemente sovraffollato, che al momento ospita un numero di persone sette volte superiore alla sua capacità massima. Ci sono pochi bagni a disposizione, e l’acqua potabile è scarsa. Si stima che oltre un milione di persone vivano ancora a Mosul e una massiccia offensiva contro la città potrebbe provocare lo sfollamento di fino ad altre 600.000 persone.
In tutto, ci sono oltre 3.3 milioni di sfollati interni in Iraq che sono fuggiti dalle loro case a partire dal gennaio 2014, oltre ad un altro milione di persone che sono ancora sfollati dai tempi dei conflitti settari della metà degli anni 2000. Altri 230.000 rifugiati iracheni hanno cercato protezione in altri paesi della regione. Di questi rifugiati, circa 6.700 iracheni da Mosul o dall’area circostante si sono diretti verso il Governorato di Al-Kasakeh, nel nord est della Siria, dilaniata dalla guerra.