Studi e ricerche
Queste raccomandazioni, indirizzate al Governo italiano, vengono presentate nell’ambito della supervisione sull’esecuzione della sentenza della Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nel procedimento Hirsi Jamaa e altri c. Italia (Ricorso n. 27765/09) da parte del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.
Affrontare le esigenze di protezione attraverso l’accoglienza, l’orientamento, la presa in carico e il rafforzamento della cooperazione tra Grecia, Italia e Francia.
Il progetto di ricerca dell’UNHCR, finanziato dalla Commissione Europea, esamina l’applicazione nella pratica delle disposizioni chiave previste dalla Direttiva Procedure in Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna e Regno Unito. L’UNHCR ha preso in esame oltre 1000 singoli casi e decisioni sull’asilo, studiato interviste di richiedenti asilo e intervistato funzionari, giudici, avvocati e altri portatori di interesse in tutti gli stati coinvolti nella ricerca.
Il Servizio per lo sviluppo e la valutazione delle politiche (Policy Development and Evaluation Service, PDES) dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è impegnato nella sistematica attività di esame e valutazione delle politiche, dei programmi, dei progetti e delle pratiche dell’UNHCR. Il PDES promuove inoltre una rigorosa ricerca su temi relativi all’attività dell’UNHCR e incoraggia un attivo scambio di idee e informazioni tra professionisti del settore umanitario, persone incaricate di elaborare politiche e la comunità dei ricercatori.
L’analisi è il primo prodotto dell’attività dell’Osservatorio della Carta di Roma (cioè il “Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti”): un testo varato nel 2008 dall’Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione della Stampa, d’intesa con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), per promuovere, ognuno nel rispetto del proprio ruolo istituzionale, un’informazione più accurata, responsabile e non sensazionalistica che faccia perno sul fondamentale criterio deontologico del ‘rispetto della verità sostanziale dei fatti’. La ricerca consente di affrontare, sulla base di un supporto scientifico, la discussione sul ruolo svolto dall’informazione in questi anni in una società come quella italiana attraversata da spinte xenofobe, per capire se e quanto i nostri media abbiano contributo a determinare un certo orientamento dell’opinione pubblica.
Una corsa attraverso secoli di storia e terre di ogni continente, lungo le vie dell’esilio.
La comunità internazionale prende coscienza della necessità di fissare in norme giuridiche scritte i principi fondamentali della protezione internazionale dei rifugiati.
L’iter storico-concettuale attraverso il quale la comunità internazionale – partendo dalla I Guerra Mondiale e da una situazione in cui non esisteva alcuna forma di accordo internazionale relativo ai rifugiati, sperimentando poi nel periodo fra le due guerre mondiali e in quello immediatamente successivo meccanismi innovativi di protezione e assistenza – è finalmente giunta nel 1951 all’adozione di una Convenzione a carattere universale come quella relativa allo status dei rifugiati.